giovedì 2 giugno 2016

Metodica

La signora esce tutte le mattine, alla stessa ora. Veste bene, perfetti i capelli, età sulla cinquantina. Dovrebbe essere in carriera per come, dinoccolando, si avvia verso l'auto, un suv. La signora predilige il colore nero nel suo abbigliamento: gonna sopra il ginocchio, tacco 12' , soprabito sempre in tinta. La osservo quasi ogni mattina mentre sono al bar per il rito celtico Gazza-caffè-paglia.
È metodica, compie le stesse azioni, ha sul viso quell'espressione cazzuta di chi non perdona la ben che minima distrazione ai propri sottoposti. 
La immagino ergersi a criticare disordine, ritardi, inesattezze, ingiustizie, per lei. Immagino sbotti ogniqualvolta un vigile le stacchi una multa, provocando in lei invocazioni agli dei dello stress: Pantaffio il signore del cuore in gola, Rivolo il protettore degli emozionati perlati in fronte, Triglia (cit.) colei che accudisce coloro che spugnano dalle mani recando smorfie pregne di disgusto negli astanti malcapitati che, salutando, annichiliscono per il calore bagnante dall'eccessiva traspirazione palmare e soprattutto ella, la dea Zak colei che riesce ad accorciare i tempi di tutti i seguaci che fan della vita una presentazione di slide, riuscendo a non addolorarli nei meandri malefici ed infernali del male, conosciuto anche come festa, trovando loro sempre qualcosa da fare di produttivo, foss'anche un fax ad una centrale idroelettrica ecuadoriana per un controllo a spot sulla portata delle acque.  Tutte le mattine la signora, uscendo dal portone, infila nel cestino attaccato al palo segnaletico, il proprio sacchetto con la regale spazzatura, infischiandosene delle regole e della raccolta differenziata, perdita colossale di tempo per una del suo status, devota alla dea StabiloBoss, evidenziante i privilegi delle persone in carriera, come la nostra.

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