venerdì 24 giugno 2016

L'incontro



Sembrava fuori luogo come la sua presenza, inconcepibile fino a pochi mesi fa. Eppure la sindaca di Roma Virginia Raggi ha affrontato la prova con un'eleganza atipica, con una silenziosità nel portamento abbacinante. Ha espletato i riti dell'insediamento con quella fragranza tipica dei neofiti. Ha incontrato autorità, ha sostato davanti al Milite Ignoto, alle Fosse Ardeatine con serietà e voglia di ritornare a dar lustro alla storia della capitale, offuscata da anni di brigantaggi inauditi. 

Il potere e i suoi araldi, scocciato, l'ha dovuta sopportare, con quelle analisi e quella minuziosità tipiche di chi, temendo che la festa sia finita, scruta movimenti oculari, per carpire segreti, minuzie atte a sferrare l'attacco eliminante l'intrusa al grande banchetto romano apparecchiato da decenni. 
E quando la sindaca si è trovata al Laterano, per una cerimonia religiosa invocante non si sa quale divinità protettrice coloro che abusano delle proprie funzioni delegate dal popolo sovrano per i porci comodi castali, c'è stato l'incontro con la Femme Fatale, la sceneggiatrice costituzionale pro obbrobrio, la custode del graal del sacro potere finanziario, la paladina del sistema bancario inchiappettante molti per la gioia di pochi, lei, l'Altera Mnemonica, la saccente del nulla, la continuatrice dell'insana commedia da sempre applaudita da troppi che, fingendo di stare dalla parte di molti, abbacina la moltitudine di babbei in pectore per scopi utilitaristici della stantia ed immarcescibile casta: Maria Elena di tutti loro è passata davanti alla sindaca di tutti noi, ignorandola, con quell'alterigia alla Re Sole propria di coloro che si credono eterni e prescelti divinamente. 




La sindaca non ha esternato nulla, rimanendo glaciale all'affronto, dando l'impressione di essere quasi imbucata alla cerimonia dove tutti si baciavano sorridenti, già protesi alla prossima corrida pro loro. 
Alla fine, per non attirare altre noie popolari, la ministra dea si è degnata di porgere la regale mano per un saluto più freddo e glaciale della temperatura in cervice della ministra Madia. 
Un saluto irriverente, quasi comunicante il "che ci fai qui?" per l'abbandono dell'odiato. 
La storia racconterà un giorno se questo momento verrà ricordato come il punto focale per una straordinaria pulizia istituzionale, un ritorno sulla terra di questi potenti adulati e facenti funzioni al servizio dell'Egoismo universale. 

Virginia buon lavoro e non ti curar di loro!

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