Scientemente, con quel fare
che ricorda gli oratori improvvisati, bussanti a porte per scialacquar senno ed
intorpidir ragione in nome di Geova o di elettrodomestici, con il dolce viso
confermante con cenni d'assenso, stordente "assenzio" per astanti babbei
in pectore le, a volte, tragiche ed illiberali affermazioni, con quell'incedere
solo in apparenza delicato, soffice, al pari di una musica indiana nella
penombra di una stanza irrorata da incensi, come una liceale perfetta e compita
alla prova d'esame, conscia di non aver ricevuto il dono del ragionamento ed
appoggiante il suo dolcificato orare su una ferrea memoria, sviluppata in tanti
anni di "gattasordismo" insalubre, così ieri la "loro"
Maria Elena ha esposto un becero, inqualificabile, gretto, inusitato ricatto ad
una settimana esatta dalla volata finale delle elezioni comunali a Torino, dove
la scelta cadrà tra un fantasma ossuto da oramai secoli attaccato ai nostri
portafogli, fagocitante potere di ogni tipo, confabulante diritti, equità e sogni
mai realizzati, in nome di stipendi per lui e consorte, uno che, se fosse stato
vero che il Rottamatore avrebbe dovuto spazzare via l'obsoleto, l'incardinato
eterno nei meandri di questa becera politica, del Fassino di cui parliamo non
ne sarebbe restato che qualche giuntura, visto la sua storia personale, e una
giovane simpatica, di buona famiglia,
intraprendente, fresca, lontana anni luce da banche, vedasi l'amico del magro
obsoleto Chiamparino, una giovane attendente, come gran parte di noi, la
ri-visione delle stelle, e di nome Appendino Chiara.
Maria Elena infatti ha
sproloquiato, con l'intento malvagio d'incutere paura, terrore, fobie
annunciando che, in caso di vittoria della giovane, che dovrebbe in realtà
possedere tutti i requisiti richiesti annualmente dal circo di casta
allegorico, madre di tutte le panzane, che chiamano Leopolda, verrebbero
immediatamente bloccati i fondi di 250 milioni di euro, già stanziati, dal
governo per la "Città della Salute" piemontese.
Il classico gioco sporco,
l'entrata alle spalle, l'agguato nel buio, la personificazione della
scorrettezza.
Da una come lei, molti, non se lo
sarebbero aspettato. Chi naviga invece nella melma torbida di questo
consociativismo portato all'estremo, nessuna sorpresa.
E neppure una mordace voglia di
metterla sul piano personale, di tirar fuori discorsi attorno a genitori, a
ferite ancora sanguinanti provocate da azioni brigantesche, vedasi Banca
Etruria.
Nulla!
Solo la certezza che questa
tipologia di giovani già vegliardi/e, questa politica basata sul rinnovo
costante delle dimensioni della fregnaccia, sparata per avviluppare menti
stanche e rassegnate, abbia le ore contate, per tornar a riveder stelle e luce,
sperando, per l'ennesima volta, in una nazione migliore.
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