giovedì 8 ottobre 2015

Il giudice, il rigore ed il babbeo


Quindi siamo all'atto finale. Il piccolo Marino sta per lasciare la poltrona di Sindaco della Capitale. 
Travolto da comportamenti inaccettabili, da bugie "alla marmellata", da assenze ingiustificate da viaggi senza meta, da smerdate provenienti da benefattori, Onu e soprattutto da nientepopodimeno che dal Soglio di Pietro! 
Lascia colui che era diventato in questi ultimi tempi un parafulmine, un abbacinante simbolo di malgoverno, inviso da poteri forti, da malavita, da lobbies, da maniscalchi della politica, da energumeni che lucravano su spazzatura e pulizia.
Lo abbiamo deriso tutti per le assenze, le cene falsificate, i viaggi a scrocco. 
Marino lascia un problema enorme al PD cittadino del melenso Orfini: le elezioni. 
Tremano gli uomini di partito, tramano soluzioni che possano allontanare lo spettro elettivo, perché vedono una sigla all'orizzonte, due lettere ed un numero: M5S. 
I sondaggi, di parte e non, danno i grillini al comando, per una semplice ragione: i romani sono stufi di ingordi e soprattutto spregevoli ladri! 
La Capitale d'Italia è stata ridotta a zona di guerra non certamente da Marino, il quale in queste ore è divenuto il Capro espiatorio di tutte le malefatte, di tutti gli inciuci, di tutta la malavita associata a bande politiche di ogni colore, compreso il rosso. 
Non lo difendo, perché oramai indifendibile per colpe che, paragonate a quelle dei suoi detrattori, appaiono quisquilie insignificanti. 
Stona molto, vedere in queste ore il deserto attorno all'inetto. Quasi come se in casa di Ali Babà si criticasse il vicino casa trafugante un capretto da un ovile! 
  

Nessun commento:

Posta un commento