Come se durante un incendio di un palazzo ai vigili accorsi per spegnerlo si presentasse una gnocca in giarre che, distogliendoli dall'intervento, provocasse la distruzione completa dell'edificio, così la raffinata tecnica distogliente l'attenzione di molti alla merda affogante il paese, sposta la nostra attenzione su abbacinanti specchietti, riduzioni tasse e ripresa del cammino ad esempio, mentre altrove, nascosta dagli ormai celebri pannelli "camouflage" di exponiana memoria, la più sordida operazione di inchiappettamento globale trova l'appuntamento con la giustizia. Di che si tratta? Semplice: ci sono spelonche putride in Italia, chiamate banche, che per rientrare dei soldi imprestati a briganti onnivori, cercano di addescare con metodi banditeschi la gente comune, distolta ad arte dalle palle renziane.
Alcuni esempi:
1) Antonio Di Matteo, ex direttore della banca Tercas di Teramo dovrà rispondere di appropriazione indebita, bancarotta e associazione a delinquere. Pare si sia appropriato di 300 milioni da distribuire agli amici, senza che nessuno si accorgesse di nulla.
2) Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano, sponsorizzato prima da Mortadella Prodi e poi da Labbro Leporino Tremonti dovrà rispondere di associazione per delinquere, appropriazione indebita, riciclaggio e corruzione privata, il tutto pare fatto per creare una struttura parallela distribuendo a manigoldi senza requisiti oltre 233 milioni di soldi risparmiati da onesti.
3) Massimo Bianconi ex direttore generale di Banca Marche dovrà rispondere di associazione per delinquere e appropriazione indebita, dopo che i commissari evidenziarono almeno 190 operazioni irregolari tanto superficiali da rendere evidente il pagamento di una tangente dietro l'apertura di credito a briganti. Danno per la comunità stimato in 800 milioni.
4) Giovanni Berneschi ex Presidente Carige, imputato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio.
5) Giovanni Bazoli, presidente di Intesa S.Paolo, Corrado Passera ex numero uno di Intesa e l'ex AD Giovanni Gorno Tempini, imputati per usura.
E poi a seguire il dott. Palenzona imputato per riciclaggio e rapporti con la Mafia, Banca Etruria, Veneto Banca, Popolare di Vicenza etc.etc.
Tutto questo mentre il Controllore e Governatore della Banca d'Italia Vincenzo Visco, chiede al Governo almeno dieci miliardi di soldi nostri per tappare i buchi. Lo chiede senza vergogna, senza ritegno, senza ammettere di non saper fare il proprio lavoro, di controllare le spelonche banche allo stesso modo con cui Corona proteggeva la privacy delle sue prede.
Visco omette un'altra cosuccia: il totale dei crediti deteriorati, che difficilmente torneranno in cassa, ammonta a 350 miliardi di euro.
Bazzecole. Tenteranno di farli pagare ai piccoli risparmiatori con merda camuffata in fondi. Oppure facendoli pagare, sotto forma di tasse, a tutti noi. Noi che nel frattempo però siamo felici di non dover pagare più la tassa sulla prima casa e di avere un leader molto in gamba, che pensa a noi presentandoci un futuro migliore. Tutto bene dunque, se non fosse per quel piffero che suonato, pare portarci verso un dirupo...
(Dati presi da un bellissimo articolo di Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano del 17.10.2015)
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