lunedì 4 maggio 2015

Stessi occhi, stesse mani, eppure...


Ammiratele!




stessa natura, due occhi, un naso, guance, sonno identico.
Eppure...
eppure per loro la vita sarà diversa.
La prima è una bimba nata sulla Nave militare italiana Bettica che ha recuperato un barcone proveniente dalla Libia. Non si conosce ancora il nome.

La nascita della seconda è stata annunciata così:


"Il Duca e la Duchessa di Cambridge sono lieti di annunciare che la loro figlia è stata chiamata Charlotte, Elizabeth, Diana", la bambina sarà chiamata "sua altezza la principessa Charlotte di Cambridge".

Sicuramente non si conosceranno neppure tra vent'anni. Charlotte sarà curata, istruita, amata, riverita ed avrà un futuro su questa terra segnato da agi ed inchini. 
La prima, ancora senza nome ma la chiamerò Rosa, temo vivrà una vita di privazioni, di diritti negati, di mancanza di amore. 
Rosa sarà una bimba tra le tante in affanno, senza possibilità di combattere, di mettere a frutto i talenti, le qualità intellettuali e morali, bagaglio di ognuno di noi. 
Charlotte sarà al centro del jet set, dovrà preoccuparsi di non eccedere in atti che possano in qualche qual modo offuscare la monarchia inglese. 
D'altronde qualcuno potrebbe obbiettare, la vita nel mondo si è sempre svolta così: a chi tanto e a chi, la maggioranza, poco. 
Neppure questa crescita smisurata del mondo e segnata da conquiste epocali ha potuto arginare la più repellenti delle differenziazioni, legate al potere, al denaro, alla fama. 
L'ovulo fecondato, il miracolo di una creatura che nasce è identico, non ha differenze, perché Madre Natura non ha mai messo in conto che su questo pianeta l'uomo abbia confezionato degli abissi, delle disparità, dei soprusi. 
Nulla per cui incolpare Charlotte. 
Nulla da poter fare per aiutare Rosa? 
Apparentemente non vi è soluzione. 
Sono tanti e tali i vincoli, le barriere culturali, le lotte da fare che parrebbe tutto vano. 
Charlotte e Rosa sono simboli di questo mondo a volte tanto amaro, altre dolce, dolcissimo. 
Resta la speranza di un miglioramento, di una caduta di ideologie capitalistiche legate ad una triste corsa ad un parossistico arricchimento di pochi ai danni della stragrande maggioranza degli umani. 
Schiavi in giro, checché ne dicano i pensatori, ce ne sono sempre di più, basta guardare in un cantiere edile, o in un campo di pomodori. Vite come quella di Rosa sembrano già annunciare difficoltà insuperabili. 
Esistenze come quella di Charlotte portano quasi ad invidiarne il suo mondo futuro.
Guardando i loro volti la tenerezza è uguale, la gioia pure. 
Speriamo che lo sia anche il loro rispettivo futuro.
Benvenute Rosa e Charlotte!  


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