domenica 29 settembre 2013

Siamo tanti Dudù


Prendendo spunto dagli amici che lo proteggevano, dietro lauti pagamenti effettuati in nome suo dall'amico Dell'Utri, amici che non esitano tutt'oggi a sparare nella folla per eliminare un nemico, il porco condannato non esita a scaricare una nazione intera nel tentativo di salvare la pelle politica, luridamente compromessa da atti e delitti infami compiuti per suo tornaconto.
Scopriamo oggi, ma lo sospettavamo da vent'anni, di essere tanti Dudù, il cagnolino che ha avuto la sfiga di soggiornare sulle sue ginocchia trasmettendoci una visione paterna, pacata, serena di colui che nella realtà è un incontrollabile pericolo nazionale.
Scodinzolando, salterellando e gioendo per le ossa che solennemente ci ha lanciato in questi quattro lustri, abbiamo dimenticato cardini, pietre angolari, rotte che sono il nettare di una democrazia. 
Un popolo ridotto ad abbaiare al suo passaggio, una stampa letteralmente al guinzaglio, una claque stipendiata da soldi dello stato pronta ad affogare con il suo padrone, un terzo di evasori rincoglioniti, acefali che lo hanno sorretto elettoralmente, una sapiente e diabolica arte massonica di alterare costantemente la realtà, ci hanno trasformato in Dudù, in uno stato completamente alle sue dipendenze, compreso le istituzioni.
Nel momento solenne in cui, per l'ennesima volta il sigaro acceso viene capovolto e reinserito nel retto di questa nazione duduiana, occorre che le menti ancora in funzione facciano finalmente qualcosa. 
L'ennesima palla clamorosa che criminalizza lo sventurato nipote del Letta amico del vampiro è la sintesi di un processo necrofilo che ci farà affogare cantando inni alla sua persona, come gli eunuchi democratici continuano a fare tutt'oggi senza ricorrere a qualche terapia pro psiche.
I ministri Dudù con "Harf Harf" di circostanza lasciano questo governo immondo, luogo ideale per sodomizzare gli alleati sinistri,  coacervo di ignobili falsità e giochetti pro casta, ubbidendo al padrone palesemente in difficoltà psicomotoria ma ancora in grado di procurar male al paese. 
Una menzione speciale dedichiamo ai Dudù piddini, i migliori amici del delinquente! Sono coloro che tante volte, troppe, lo hanno salvato da una fine certa. 
Lo hanno sempre rinvigorito quando pareva finalmente essere arrivata la dipartita politica. Sono accorsi decine di volte al suo capezzale, sono coloro che gli hanno urlato di uscire dal sepolcro, per continuare la scorribanda che ci ha definitivamente scoppiato. Sono loro i miglior Dudù perché in apparenza ringhiano, fanno scorgere i denti con grrrrrrr di circostanza, per rivelarsi poi mansueti e felici sulle sue ginocchia di puttaniere scaltro.
Infine ci sono di Dudù silenti, a cui va bene tutto (forse in questa categoria ci sono anch'io) a cui interessa solo la ciotola piena alla sera ed una cuccia confortevole. Di questi non si conosce ove sia posizionato il punto di rottura che finalmente e sicuramente li risveglierà dal torpore arcoriano in cui sono piombati, facendoli comprendere quanto sia meglio un canile vetusto ma libero, in confronto ad una reggia dorata ma schiavizzante. 

Affiancato da serpi, da gnomi, da meretrici, da truffaldini, il nostro padrone ha lanciato l'osso lontano in fondo al dirupo e tanti di noi abbaiando stanno già precipitandovi dentro. 
Che la Provvidenza faccia riecheggiare in quest'ora funesta le grida di coloro che pagarono con il prezzo della vita la difesa del tricolore, alfine di scuotere le coscienze italiche per trasformarci da Dudù in accalappiaporcicondannati, finendo questa pagliacciata ventennale e vomitevole. 
   

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