venerdì 13 settembre 2013

L'Editto



E' il fiammifero per la miccia, la sicura della bomba a mano, il punto di non ritorno sulla pista in cui l'aereo deve necessariamente alzarsi in volo per non schiantarsi! 
E' la prova di forza di un uomo da 60 anni in politica che, stravolgendo la prassi costituzionale, imprime una velocità folle alla trasformazione di una repubblica parlamentare in monarchia assoluta. E' il sigillo del nostro Re Sole, l'imprimatur al suo dispotico regno. 
E' la divinizzazione del posto eterno, l'assolutismo che irrompe sulle macerie di una democrazia allo sfascio. 
Ma soprattutto la nomina del Direttore della Fabbrica dei Mòniti Giorgio Napolitano, che è anche Presidente della Repubblica, del Topastro Giuliano Amato a membro della Corte Costituzionale è la conferma che il vociare polemico, la voglia di cambiamento, il desiderio di pulizia, di onestà, di correttezza, restano chimere irrealizzabili, sogni proibiti, per tutti coloro che ancora credono all'Equità terrena e all'alternanza politica con metodi e procedimenti di esclusiva natura politica.

Il Topastro rappresenta tutto l'universo deviato di questi trent'anni squallidi, incolori, ingiusti che hanno martoriato il nostro paese: è dal 1983 che stiamo ingrossando il conto corrente di questo amico del mai compianto Cinghialone che scorrazzò in quegli anni di Gobbi velenosi, di avellinesi temerari, di balene bianche inossidabili. 
Per quattro anni è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Craxi, quattro lunghi anni in cui il sepolto hammamettiano rivoltò il paese come un calzino, imperversando in lungo ed in largo e spadroneggiando sui comuni mortali italici. Non avrà mai partecipato alle scorribande? Non avrà mai detto la sua in merito all'enorme corruttela di quegli anni? Avranno fatto tutto senza mai renderlo partecipe? A sentir lui parrebbe di si! Ma se così fosse il Topastro sarebbe un povero coglione, cosa che stride con il fatto che dal 2009 è Presidente della Treccani e dal 2012 Presidente della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

Questo recettore di cariche, questo piccolo concentrato di avida ricerca di visibilità, che attualmente ci acchiappa 31mila euroni di pensione, pronti a diventare 64mila con la nomina di ieri a consigliere costituzionale, basterebbe da solo a scatenare l'inferno, ad assediare il Parlamento, a bloccare il paese, schiaffeggiando ancora chi crede in questa politica. Aggiungiamo il fatto che egli ci aprì di notte il portafogli, di notte come i ladri ci prelevò lo 0,6 dal conto corrente ed infine, come ciliegina di questa torta merdifera, detto Topastro contribuì a realizzare ciò che ancora oggi è motivo immane di sofferenze italiche: è lui, si proprio lui l'ispiratore, colui che nel 1985 insufflò nella cervice del Ras Bettino l'idea per realizzare i decreti leggi, antenati delle future leggi ad personam, per riaccendere le antenne della pargoletta Fininvest, bloccate da un temerario e prode magistrato, linfa vitale per l'altro Delinquente ancora in vita che gli hanno permesso in seguito di ribaldeggiare per vent'anni sulle nostre vite.

L'editto uscito ieri dalla Fabbrica dei Mòniti di Re Giorgio è chiaro: solo la tomba potrà fermare la corsa nel potere dei miei vassalli!

E peccato che Don Verzè sia scomparso! Le sue ricerche sull'allungamento della vita, avrebbero lor fatto sperare nell'eternità!

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