Quando la piantate?
di Marco Travaglio
In principio era il nuovo Hitler pazzo che voleva invadere l’intera Europa, dagli Urali a Lisbona, con la sua invincibile armata. Bisognava armare l’Ucraina per salvare Kiev, ma soprattutto Varsavia, Helsinki, Vienna, Parigi, Roma e Madrid. Poi, nel giro di due giorni, Putin divenne una pippa lessa incapace di prendersi pure il Donbass. Dunque bisognava armare Kiev per ricacciarlo oltre confine: impresa facilissima anche grazie alle sanzioni, con imminente default russo e destituzione di Putin, sempreché non fosse morto prima di una a caso fra decine di patologie. Intanto i russi prendevano il Donbass e le regioni a Sud (Kherson e Zhaporizhzhia) fino alla Crimea. Ma i nostri si consolavano perché lasciavano Kiev e Kharkiv, dove peraltro non erano mai entrati. Era la famosa “controffensiva ucraina” di settembre contro l’“armata rotta”: la “ritirata di Russia”. Quando poi i russi lasciarono Kherson tutti gridarono alla “liberazione”, tipo 25 Aprile, e chiesero altre armi per la vittoria finale. Questione di giorni: fuggiti i 300mila russi della nuova leva, finiti missili e munizioni. Nell’apprendere che i russi finalmente le buscavano, qualcuno restò spiazzato: ma come, non le buscavano anche prima? Intanto i russi avevano iniziato a radere al suolo Kherson e Nato&Kiev avvertivano: occhio che Putin ha pronti altri 500mila uomini per la contro-controffensiva, dunque servono altre armi perché c’è stato un piccolo errore: è l’Ucraina che ha finito i proiettili, non la Russia, che ora sgancia super bombe da 1,5 tonnellate e missili ipersonici; e il default da sanzioni lo rischiamo noi, mentre Mosca è in ripresa. Infatti i russi continuano a devastare e a sterminare e stanno per prendersi pure Bakhmut che – assicura Zelensky – “gli aprirà le porte di Kramatorsk e Sloviansk”.
Ogni tanto qualcuno fa notare che Putin ha 6mila testate atomiche e Zelensky nessuna, ma viene zittito da chi ha saputo da un amico di suo cugino che quel pazzo del nuovo Hitler è una personcina saggia: non oserà (mica è Truman). O forse è già morto e quello che vediamo è un sosia: l’ha detto Zelensky, che è sempre attendibilissimo. Infatti negò di saper nulla dell’attentato alla Dugina (opera dei suoi), disse che il missile ucraino caduto in Polonia era russo e ora fa sapere che non c’entra col commando filo-Usa&Kiev che ha distrutto Nord Stream 1 e 2. Quindi i veri presidenti americano e ucraino non sono Biden e Zelensky: quelli che vediamo sono sosia. Infatti ripetono che i missili sulla centrale di Zhaporizhzhia in mano russa da un anno li sganciano i russi bombardandosi da soli. L’unica opzione esclusa a priori è il negoziato, perché la vittoria è dietro l’angolo: anche se nessuno dice di chi.
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