giovedì 22 dicembre 2022

L'Amaca

 

Limpidezza reazionaria
DI MICHELE SERRA
Un diffuso dileggio accompagna le sortite anti-tecnologiche del governo Meloni, che non solamente nella sua componente leghista, anche in parecchi esponenti non metropolitani (diciamo così) di Fratelli d’Italia, incarna una decisa ostilità alle diavolerie moderne, tipo denaro elettronico e identità digitale.
Confesso di provare una certa indulgenza per questo tratto, diciamo così, antimoderno del governo in carica. Irrita, ma non disgusta come certe idee xenofobe e omofobe ben presenti nella maggioranza: e quella tra irritazione e disgusto non è una differenza da poco.
E poi, finalmente, è la manifestazione di un pensiero limpidamente reazionario, nel senso classico: reazione negativa di fronte alle novità. E dunque, nella sua schiettezza, contribuisce a ristabilire quella differenza tra “progresso” e “reazione” che si era abbastanza perduta negli ultimi anni. Cos’è di destra, cos’è di sinistra? Aggiornando Gaber, è di sinistra il denaro tracciabile, sono di destra i rotoli di banconote.
Come è noto, se si votasse solo nelle grandi città non ci sarebbe storia, la destra perderebbe secca e perderebbe in eterno.
Non solo in Italia: nel mondo. Ma l’Italia è un Paese di paesi, di borghi e di valli, che sono rispettabili luoghi (ci vivo) e dunque bisognerà pure tenerne conto. La destra del denaro contante e dei condoni è vigorosamente paesana, è la Vandea che si ribella a Parigi. Tengo per Parigi ma, dopo anni di ammucchiate istituzionali durante i quali la sola differenza era tra “responsabili” e “non”, mi dà sollievo ricominciare a poter distinguere la Reazione dal Progresso. Grazie, governo Meloni, per l’opera di chiarimento.

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