Non riuscivo, davvero non riuscivo, a comprendere perché qui da noi è come se vivessimo in Alloccalia. Leggendo questo editoriale, tutto mi è finalmente chiaro.
Signorsì signore!
di Marco Travaglio
A Sanremo, Fiorello parla alle sedie vuote e incassa applausi finti. A Roma, la sedia vuota di Draghi parla agli italiani e incassa applausi veri. Anzi, standing ovation.
Dpcm. C’è una bella differenza fra quelli di Conte e quello identico di Draghi. Lo spiega la Gelmini, appena fuori dal tunnel dei neutrini, che ai tempi della tirannide contiana lo definiva “strumento discutibile” e ora lo illustra alla stampa “rivendicando la discontinuità nei tempi e nei metodi”. Nei tempi perché i Dpcm di Conte erano datati 2020 e quello di Draghi 2021. Nei metodi perché “abbiamo tentato di correre il più possibile” (come prima) e “cercato la condivisione più ampia possibile” (come prima, solo che allora la destra e le sue Regioni erano all’opposizione). Ma soprattutto: prima i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri li illustrava il Presidente del Consiglio dei Ministri, ora invece c’è la Gelmini, perché a lui gli vien da ridere.
Premier fantasma. In democrazia, il premier coinvolge nelle decisioni il Consiglio dei ministri e poi le spiega al Parlamento e ai cittadini. Draghi ha silurato il capo della Protezione civile (Borrelli) sostituendolo col predecessore (Curcio) e il commissario all’emergenza (Arcuri) rimpiazzandolo con un generale (Figliuolo). I risultati diranno se ha fatto bene o ha fatto male. Ma perché l’abbia fatto sfugge a tutti. Non vuole spiegarlo a voce? Scriva un comunicato stampa. Ma la stampa non vuole. Il silenzio del premier, per il Giornale, è “un po’ come il grande Gatsby, che non partecipava quasi mai alle sue feste, limitandosi a vigilare sul fatto che tutto fosse impeccabile” (infatti già allora ci mandava la Gelmini). Per il Foglio, “Draghi sa scomparire” e “offre la scena ai ministri”, ma non per scaricare barile: “delega e si fida”, è l’“uomo solo al comando che sa delegare”. Per il Messaggero, pare che taccia, ma parla con quei “silenzi eloquenti che migliorano la politica”. Seguiranno le parole silenti, i movimenti immobili, i vegani carnivori, la tirannia democratica.
Prima la scuola. Ricordate la “svolta” di Draghi al Senato? “La didattica a distanza crea disagi ed evidenzia diseguaglianze… Dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale e recuperare le ore di didattica in presenza perse”. Risultato: le scuole richiudono nelle zone rosse e, se i presidenti di Regione vogliono, pure in quelle gialle e arancioni.
Prima i ristori. Il 21 gennaio il Parlamento approvò 32 miliardi di deficit per il dl Ristori-5, ultimo atto del Conte-2, mentre FI, FdI, Lega e Iv strillavano ai ritardi nei rimborsi alle categorie colpite e le tv erano piene di ristoratori e gestori di impianti sciistici furibondi, affamati, alcuni suicidi.
Dopo un mese e mezzo le proteste sono scomparse, così come il dl Ristori: forse i soldi arrivano dopo Pasqua perché il ministro Franco sta escogitando una nuova piattaforma presso Sogei. La Stampa però già li vede: “Draghi: 12 miliardi di sostegni” (si rivende quelli dei famigerati predecessori). E la discontinuità è garantita: il dl Ristori-5 si chiamerà Sostegno-1.
Prima i commissari. Ricordate gli alti lai di renziani&giornaloni sulla cabina di regia di Conte per il Recovery che esautorava ministri, Parlamento, Regioni e Comuni? Il neoministro Giovannini informa sul Sole 24 Ore: “Commissari anche per le opere del Recovery”. E tutti zitti, anzi plaudenti. Com’è umano, lui.
Fianco destr! Tutti vedono che questo è un governo di centrodestra coi voti gratuiti della maggioranza di centrosinistra. Il premier è un grande banchiere, il ministro dell’Economia è l’ex dg di Bankitalia, il loro consigliere economico è il turboliberista Giavazzi, il sottosegretario ai Servizi è l’ex capo dei Servizi, i ministeri chiave sono tutti in mano a tecnici e politici di centrodestra. E ora è arrivato pure il generale al posto di Arcuri che M5S, Pd, LeU avevano chiesto di confermare e Lega, FI, FdI, Iv di cacciare. Lo scrive persino Repubblica a pag. 6: “Di fatto Draghi ha escluso la politica dalla linea di comando: le scelte economiche le fa lui insieme a Franco”. Ma Stefano Folli spiega a pag. 27 che “il governo Draghi non va a destra” perché “la sostituzione di Arcuri permette a Salvini di sentirsi soddisfatto”, e “ questo rafforza l’esecutivo”, mentre Speranza non l’hanno ancora cacciato. Quindi, per “rafforzare” il suo governo, Draghi deve badare ogni giorno che Salvini si senta “soddisfatto”. Ergoè ufficiale: il governo è di centrodestra. Chissà se il centrosinistra lo capirà. E quando.
Vogliono i colonnelli. Nel 1980, dopo il terremoto in Irpinia, il Corriere di Franco Di Bella iniziò a reclamare la militarizzazione dell’emergenza (“E adesso la mano passa ai militari”), fortunatamente inascoltato dal governo Forlani, che nominò commissario Zamberletti. Quattro mesi dopo si scoprì che Di Bella e il Corriere erano della P2. Altri tempi, ma questo festoso tintinnar di sciabole e penne fa comunque riflettere. Sentite il caporale Merlo dalla nuova fureria su Rep: “Oggi i militari, come i pompieri di New York, sono gli ‘arrivano i nostri’ della democrazia, risorse dello Stato che intervengono nei terremoti e nelle emergenze, anche meno gravi della pandemia”. Conte e Arcuri “non erano generali, ma hanno esercitato un potere autoritario, come i ‘colonnelli’ di Tognazzi”. Quindi i veri generali non sono i generali (che semmai sono pompieri), ma quelli che non lo sono. E chi non si allinea stia punito. Signorsì signore!
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