Assieme ai suoi scoppiettanti nei, il Servo Vespa-siano ha
ottenuto ciò che da sempre cerca in questi periodi: la visibilità del suo
orripilante manufatto che gli stolti chiamano libro. Infatti la frase del suo
amico nonché Condannato che equipara i suoi figli alla tragedia ebrea, ha fatto
si che se ne parli ovunque e conoscendo i ribaldi nulla mi vieta di pensare che
dietro a questa boutade, non vi sia una strategia pubblicitaria, figlia dei
servigi che il simil giornalista campione di lecchismo dona in perpetuo al suo
Sire.
Pertanto suggerisco di pensare a strenne quali tazze, sciarpe,
cappelli, guanti, sigari, rum, occhiali, maglie, camice, calze, pinne e di
lasciar stare sugli scaffali ad imputridire l'opera ultima del Vespa-siano.
La regola d'oro della mefitica coppia, supportata dalla moglie
del raccoglitore di nei signora Iannone che di mestiere mastica leggi sempre a
favore dell'amico del marito, è sempre la stessa: fai qualsiasi cosa purché
parlino di te.
... Cazzo! Ma ne sto parlando anch'io!!!
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