domenica 3 novembre 2013

Oh Eupalla!


ll guardiano di via Turati sentendo il tintinnio premonitore, ha fatto uscire i condòmini in strada al grido "il terremoto!".
Ma non è stata una scossa tellurica a provocare il suono raggelante. La vergogna delle Sette coppe con le orecchie riposte nella sala dei trofei del club più titolato al mondo, ha provocato il tremolio equivocato in sisma.
Tremano i trofei, piangono i cuori per quella che era la Squadra, ridotta ad un insignificante assemblaggio di menti e polpacci senza identità, senza cuore, senza motivazione.
Crolla la tesi che il reparto difensivo sia d'impaccio e d'impiccio per il gioco voluto dall'impenitente padrone, ovvero spettacolo, velocità e attacco eterno. Non si assumono circensi per fare i centrali di difesa, o idioti in Ferrari che ipoteticamente potrebbero sollevare il mondo pallonaro, mentre in realtà avrebbero necessità di essere accompagnati in qualche consultorio psichiatrico nel tentativo di essere recuperati alla vita.
Non si può lasciar comandare la prole del Dannato solo perché porta il nome apritornello, senza che questa mangiapettorali sia stata edotta su come rapportarsi con la dea Eupalla.
La tristezza del Pelato, distolto dalla lotta per la gara faraonica di acquisizione dei diritti tv, rendono chiare alcune certezza: i successi son serviti per la gloria politica e le tasche del padrone, il nero ha gonfiato i conti off shore, i cuori che si tendono alla vista dei colori sono stati ripostigliati in ambienti lontani dalle cene al Giannino, dalle troie pallonare, da questo modus operandi agli antipodi del Gioco.

Finisce l'era dell'effimero, muore con queste sinergie il profumo dello spogliatoio, scompaiono le bandiere, unico midollo reggente la fede sportiva. Rimane solo sul campo un ragazzo cresciuto ai tempi del Predominio, un dono degli dei che ritornato dal tramonto ispanico, riesce ancora a lottare per l'onore, circondato da dirigenti innevati, da compagni preoccupati dall'aumento del gel, in un ambiente asettico, triste e soprattutto rovinato da boria, ballerine e nani della peggior specie.

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