domenica 17 novembre 2013

Che Macchietta!


Nella Hall of Fame della Comicità a stretto contatto con capolavori quali "Frankenstein Junior", "La Guerra Lampo dei Fratelli Marx", "I Figli del Deserto", "Muraglie", Il Primo il Secondo e Fantozzi contro tutti, la trilogia di Amici Miei, "L'Aereo più pazzo del mondo", "Animal House", "Blues Brothers", "il Dormiglione", "La Signora in Rosso", Totò a Colori" da ieri entra tra gli applausi il discorso programmatico del Condannato Definitivo durante l'apertura del nuovo Circolo dei Ribaldi chiamato Forza (bip! Omissis).

Un ometto oramai in dirittura, truccato in modo spaventevole tanto da divenire una splendida macchietta con cui passare ore e ore a ridere di lui, ha parlato ininterrottamente per 90 minuti, spargendo e sparando palle cosmiche tanto fuori della portata degli umani che neanche lo sceneggiatore di E.T. avrebbe saputo far di meglio! 

Contornato da una claque incredibile che ha spinto i proprietari del locale a disattivarne l'allarme visto che la presenza contemporanea di alcaponiani personaggi quali Verdini, Capezzone, Garnero, Brunetta, Dell'Utri, Gelmini, faceva scattare continuamente l'antifurto, cosa già successa davanti al teatro con gli allarmi delle vetture posteggiate, l'Ometto si è avventurato in un discorso perfetto, senza increspature, che avrà sicuramente fatto sbellicare dalle risa, campioni in materia quali Chaplin, Laurel, Hardy, Chico- Harpo- Groucho- Gummo e Zeppo Marx, Totò, Keaton e altri.

Gli aneddoti sul comunismo hanno generato veri e propri sconquassi al sottoscritto, che per lenire i dolori di pancia ha dovuto alternare la visione con film dolorosi quali "La Stanza del Figlio".

Vedere un supermercato vivente del fard e del cerone, impettito nel doppiopetto gangesteriano, pettinato come Big Jim, con oramai la classica parlata di chi ha difficoltà motorie e psichiche, è stato un dono dal cielo! Gustare degli occhi della macchietta, rigonfi e tronfi oramai portati ad uno stiramento estremo tanto da supporre che ogni battito di ciglia provochi all'ometto fastidi simil ad un dito ficcato nel bulbo, udire le baggianate oramai classiche di un uomo che sta per partire di testa, è ricostituente morale per chi come me lo combatte da lustri.

Siamo ai titoli di coda?

Non ci giurerei. 

Saperlo fisicamente oramai accostabile al Breznev sovietico portato a braccia sul leggio, crea alterne sensazioni: la prima, dolorosa, evidenzia la tragica sentenza storica che cioè quello che in vent'anni l'opposizione non è riuscita a fare perché d'accordo con lo stesso grazie ad un mirabile consociativismo, forse lo porterà a termine il ciclo biologico.

La seconda, senza altri giri di parole, è di sollievo!   

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