Può succedere certo, le vie elettriche sono infinite. Nel rito mattutino defaticante, instaurante quella normale paciosa spinta verso l’affronto della giornata, al solito, pregna d’inghippi, certo che può succedere, ma per i “melomani” totalmente in braccio agli eredi di Steve, il malefico evento è più inusuale che ascoltare qualcosa di saggio nei discorsi dell’Etruriana. Quel tasto attivante il Mac, trasmigrante verso il regno della mela non accende, non elettrizza alcunché, lasciandomi attonito difronte al guasto, inconcepibile parola per noi proseliti abituati fin troppo bene. Guardo il totem nero, immobile, silente domandandomi cosa sia successo, controllando prese, cavi con una dimestichezza simile a quella che potrebbe avere un eschimese nel deserto del Gobi. M’accorgo di essere scrutato da Volta in persona, sogghignante al limite del parossismo. Finito il check mi convinco della materializzazione dell’infausto problema, mentre odo l’incazzatura di Steve, da sempre allergico a qualsiasi problematica ostruente il placido corso fluviale dei byte.
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