venerdì 19 luglio 2013

Memento


Ventun anni fa moriva Paolo Borsellino, un eroe, un Servitore dello Stato, un Simbolo della nostra dignità nazionale assieme a Giovanni Falcone e agli uomini della loro scorta. 
Paolo Borsellino sapeva prima di morire di essere un uomo condannato, ma è andato avanti per la sua strada, combattendo la Mafia sia in Sicilia che a Roma. 
A distanza di ventun anni, nello stesso giorno, registriamo due fatti, lontani anni luce dalla cruda violenza in cui ha perso la vita Paolo Borsellino ma enigmatiche in merito alla brutta ed indecorosa fine che ha fatto il nostro paese.
Il primo è il voto contrario del Senato alla richiesta di dimissioni del cagnolino Alfano che fa anche il ministro degli interni, presentata da Sel e M5S. Un voto che ha unito il PDL ed il PD in una riedizione della madre di tutte le vergogne, ovvero il voto che confermò che 342 deputati credevano fermamente che la mignotta minorenne Ruby fosse la nipote di Mubarak, un voto che va contro ogni decenza, ogni ragionevolezza, ogni buon senso politico. È inammissibile pensare che Angelinobaubau non sapesse del rapimento di moglie e figlia di un rifugiato politico, rapimento che ha portato le due povere vittime in mano al despota kazako, amico del mignottaro nazionale, nostra vergogna e signore e vate del nostro piccolo ed indifeso presidente del consiglio, ScendiLetta.
L'altro fatto è la condanna a sette anni del comico Emilio Fede e del letamaio acchiappamignotte Lele Mora con la ciliegina finale dei cinque anni al simbolo del marchettismo nazionale, tal Minetti portata dal maniaco alla ribalta della nazione ed eletta consigliere regionale lombarda al tempo del governatore vacanzeasbafo ciellino Formigoni. Sono stati condannati per favoreggiamento ed induzione alla prostituzione, Mora anche a quella minorile.

Nello stesso giorno in cui ricordiamo il Martirio di un uomo onesto, che combatteva il male con tutte le sue forze, ci si vergogna per questo voto frutto del degrado politico figlio di un ventennio di oligarchia puttanesca e per affari privati, e perché la condanna giusta di attori di quelle porcilaie non potrà mai ridarci la libertà, la serietà del vivere democratico e la dignità nazionale che Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e tutti gli altri eroi hanno tentato di difendere a prezzo della loro vita.

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