Non era meglio Don Camillo?
di MICHELE SERRA
Dopo Atreju ecco Fenix: la destra meloniana sarà anche patriottica ma per le sue manifestazioni sceglie nomi da fumetto fantasy, come quelli che chiamare un figlio Giuseppe è banale, meglio Maverick: è da un bel pezzo che nell’onomastica pop i film e le serie tivù americane hanno rimpiazzato i santi del calendario e i nomi della tradizione nazionale.
Libero ognuno, come è ovvio, di scegliersi il nome che gli pare, ma ci si aspetterebbe dalla destra tradizionalista quello che la destra tradizionalista può e forse deve dare: un’indicazione di solidità e una rivendicazione di radici, contro i guasti e i vizi del mondialismo. Contro il logorio della vita moderna, come diceva la pubblicità del Cynar ai tempi di Almirante.
Macché. Atreju è un nome da saga nordica ricicciata, come si dice a Roma, in un romanzetto per adolescenti poi diventato un film sempre per adolescenti, e non si capisce come possa essere il nome di un raduno di adulti. È un po’ come se ai miei tempi qualcuno avesse chiamato Mago Zurlì una festa politica. Quanto a Fenix, si immagina che rimandi al mito della Fenice (si chiamava “La Fenice” del resto, anche un gruppo neonazista ai tempi della mia giovinezza), ma se fai la ricerca su Google il primo risultato è “materiali e soluzioni per l’interior design”, Non so se vi rendete conto, l’interior design, roba da radical chic; e la mitologia va a farsi friggere.
Temo che ormai non sia possibile rimediare, ma come nome dell’adunata, se proprio si vuole insistere con il fantasy, non era meglio don Camillo, o anche Giovannino, che era il nome anagrafico di Guareschi?
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