mercoledì 24 novembre 2021

Magico Andrea!

 

IDENTIKIT

di Andrea Scanzi

Meb alla Leopolda “balla con le stelle” e Nobili fa la 4×100

Ho appena terminato un lungo confronto con il direttore di questo giornale, Marco Travaglio, durante il quale ho cercato di convincerlo in merito alla inusitata bellezza del progetto renziano. È vero, in passato sono forse stato troppo critico con Renzi e i suoi statisti, ma non è mai tardi per cambiare idea. Purtroppo Travaglio resta ottusamente ancorato alle sue convinzioni, ma la verità è che l’ultima Leopolda mi ha esaltato tantissimo. Mi ha regalato emozioni autentiche, mi ha aperto la mente: mi ha mostrato la Via. Qualcuno di voi mi dirà che sto sbagliando, che ormai Renzi non ha elettori e che anche alla Leopolda c’erano forse più giornalisti che spettatori. Siete nel torto, accecati dall’ira e dall’odio. E intendo ora dimostrarvelo.

Matteo Renzi. Fisicamente performante come un Dio greco, a dispetto di una tendenza estetica generale incline al tracollo (ostentato). Sicuro di sé come Tatarusanu nelle uscite, mai vendicativo e sempre lucido, con una capacità oratoria prossima a quella di un lemure rauco e con una propensione (auto)ironica al cui confronto Tremori è Troisi. Renzi mi è parso un mix tra Churchill, De Gasperi, Don Sturzo, Mick Jagger e il Gengio della Rassinata. Idolo assoluto.

Maria Elena Boschi. Abilissima nel camuffare la sua natura di ferocissima e vendicativissima “zarina” (decaduta) della politica italiana, ha mostrato alla Leopolda il suo volto più tenero e addirittura lacrimevole, fornendo persino un apprezzabile remake interpretativo del pianto antico della signora Fornero. La Boschi ci ha ricordato quanto ella abbia sofferto per gli odiosi attacchi di hater e media, dimenticandosi – del tutto involontariamente, s’intende – di quanto abbiano sofferto alcuni giornalisti per le efferate ritorsioni renziane durante l’era 2014/2016. E soprattutto di quanto abbia sofferto l’Italia tutta per averla avuta ministra.

Teresa Bellanova. Semplicemente eroica nel gettare il cuore oltre l’ostacolo fino a difendere a spada tratta l’aspetto più eticamente oscuro di Renzi, ovvero la sua disinvoltura nel prender soldi dalla diversamente democratica Arabia Saudita. C’è, nella Bellanova, un fervore quasi religioso nel parlare di Renzi. Neanche Brosio, forse, esibisce un tale afflato nel raccontar di Medjugorje. C’mon Teresa!

Ivan Scalfarotto. Dopo avere meritoriamente passato buona parte della sua vita politica a cercare di ottenere più diritti civili per le minoranze meno tutelate, è parso di colpo trasformarsi in Bruto nei confronti di quel ddl Zan che è morto anche (anzitutto?) per colpa sua. Ora, però, Renzi ci dice che i renziani presenteranno una proposta di legge concepita proprio da Scalfarotto. Era proprio quello che noi tutti attendevamo, per avere la certezza definitiva che – per un bel pezzo – omosessuali e transessuali non verranno calcolati di pezza.

Luciano Nobili. Mai domo nel raccattar figuracce mediatiche, fino al parossismo raggiunto con Report e le interrogazioni parlamentari sul “sentito dire”, ieri lo si è rivisto in tivù bello tonico (?), con la solita facciona rubizza e la solita vocina da overdose di elio nelle corde vocali. Ha detto che Italia Viva sta bene e che Letta non sarà mai così bischero da inseguire i moribondi 5 Stelle invece dei fortissimi italovivi. Come sempre Nobili ha poche idee e confuse: infatti è renziano.

Concludendo. Il futuro è segnato: Bellanova al Quirinale, Renzi a Palazzo Chigi, Scalfarotto titolare in Davis al posto di Berrettini, Boschi a Ballando con le stelle e Luciano Nobili staffettista nella 4×100. Ci attendono giorni d’estasi e gloria!

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