L’egemonia del falso
di Michele Serra
Tira giù il finestrino del gippone, mi guarda e mi dice: «Io non mi vaccino, perché il vaccino cambia il Dna». Gli chiedo: e tu come lo sai? Risponde: «Sono in contatto con gli ambienti della ricerca». Lo conosco da anni, è una brava persona. Un poco isolato socialmente, e un poco vulnerabile culturalmente. Ma una brava persona.
La strage delle brave persone (un poco isolate socialmente, un poco vulnerabili culturalmente) è antica come le società umane. Sottomesse dai più forti o gabbate dai più furbi, spaventate dagli stregoni, aizzate dai demagoghi, mandate a morire dagli Stati Maggiori. Eccetera. Ma il capitolo che ci tocca — quello del raggiro di massa di centinaia di milioni di persone irretite da un clic, e da centrali della menzogna al servizio di politici bugiardi — è particolarmente vile e grave, perché fa leva sull’illusione di potersi riscattare con un trucco fantastico, alla portata di chiunque: non posso cambiare la realtà, dunque la nego e me ne costruisco una tutta mia, che mi consola perché mi fa sentire più ferrato di uno scienziato, più colto di un professore, più informato di un leader.
È così che si diventa Jake Angeli, o terrapiattista, o seguace di QAnon, è così che si fa il giro del mondo con un video nel quale si cerca di dimostrare che la cosiddetta grande nevicata in Spagna è solo uno sporco trucco (ma di chi?). Non è neve, è plastica, spiega una invasata. Per dimostrarlo tenta di darle fuoco. Non si accende: è neve.
Ma lei è sicura che sia plastica, e dunque: è plastica. L’impulso alla risata muore quasi subito. È sopraffatto dalla malinconia.
E dallo spavento. Non dite che è normale, l’egemonia del falso. È una cosa terribile.
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