sabato 25 gennaio 2020

Parole curative



E che dire di questa sontuosa, ineguagliabile testadicazzo? Già il cognome, Schmidheiny, idealizza la possibilità che qualcuno abbia pigiato i tasti dell’anagrafe alla “cazzo&campana” per consegnarci uno sterminatore di anime lavoratrici in nome di quel profitto per cui si dovrebbe, speriamo prima o poi, fare una sana, appagante, inebriante, rivoluzione. Sparse l’Eternit nei bronchi di 392 italiani, uccidendoli ed ora, grazie a quella cazzo di prescrizione in nome della quale ancora oggi, bifolchi e comici rigonfi di nulla, stanno lottando affinché rimanga per continuare a salvare dalla giusta galera bastardi senza alcuna gloria, diversamente umani e pii devoti al loro faro di vita, il profitto, ed ora dicevamo questo galeotto mancato trova per così dire il coraggio di vomitare questa dichiarazione:

“Mi sono reso conto di provare dentro di me un odio per gli italiani e che io sono il solo a soffrire per questo. Ho lavorato in modo mirato sulla situazione. E quando oggi penso all’Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito”.

Prendere cervogia e manganello per andarlo a scovare sarebbe un sollievo del cuore, ma non si può come madame democrazia c’insegna. Gli auguriamo di comprendere prima o poi quanto sia stato inverecondo e bieco il suo incespicare, zigzagare scansando, come un eccellente slalomista, i paletti del decoro, della convivenza civile, della cultura sociale che contribuiscono a formare un uomo, allontanandone la modificazione genetica confezionante il tipico sorcio ingordo di risorse comuni. Qual è lui.

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