Meraviglia
La regola del “pochi ma buoni” conferma, ancora una volta, la sua indiscussa veridicità: dopo anni ruttologi che avevano trasformato una squadra di calcio in un ricettacolo di inani, dei Suso monofinta e monouso, dei Paco paccottiglia, di turchi indegni del “dieci” storico, degli abominevoli terzini con codino, finalmente con un insperato residuo di barlume si son decisi a riacquistare un trentottenne, apparente scempio in un calcio che decreta già imbolsiti venticinquenni, con innestato però il nettare degli dei, il pass per l’Olimpo ove la dea Eupalla visiona costantemente i filmati del Cigno, le percussioni indomite kakaiane, le chiusure ermetiche del Capitano e le folate di Paolino tanto care a Eolo. Questo monarca del Calcio è finalmente ridisceso dalle lande svedesi per insegnare ai tanti stolti, sventatamente indossanti la gloriosa casacca, cosa significhi giocare con la palla, quali doveri impongano i sacri colori e, soprattutto, quale sia la strada lastricata per arrivare allo Scudo, di cui già avvertiamo profumo e inebriamento.
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