martedì 21 gennaio 2020

Fratelli meditate!



Oggi in Emilia Romagna i sani di cuore dovrebbero dar fondo alle superbe scorte gastronomiche, assaporando ogni ben di Dio tipico di quelle nobili terre: tortellini, salumi, bolliti, torte. Dovrebbe scorrere il lardo a fiumi, le osterie traboccare di ogni grazia del cuore. Perché il Cazzaro ha chiamato al digiuno i suoi aficionados dopo che si è fatto votare dai suoi l'autorizzazione a procedere nel processo per la vicenda Gregoretti. Punto finale, capolinea della ragione, del pensiero, della politica. E Bologna e la regione detta da sempre rossa non possono permettere un tale scempio, una devastazione culturale e di pensiero inammissibile, inaccettabile.
D'accordo che il PD arriva dall'Era del Ballismo, dove per mano di quel nano inane Egoriferito perdette dignità e rotta per mescolarsi idealmente al partito del malaffare retto dall'oramai sarcofago narcotizzato, pur sempre pregiudicato.
D'accordo tutto, persino la corruttela imperante in certi ambienti una volta esempio per molti. Ma per una questione di decoro, di pensiero, di tradizione Bologna e l'Emilia Romagna non possono finire nelle mani di questo unno della malora, rosariante con chissà chi, modellatore di menti, di opinioni, portatore del nulla venduto come pregiato ninnolo stordente molti. Non è concepibile solo accostare un cotanto Cazzaro alla tradizione emiliana-romagnola, ai suoi miti, alla sua abbondante cultura canora, letteraria, sociale.
La terra di Guccini, di Dalla e di tanti altri non può trasformarsi in coacervo di babbeismo razzista, di fregnaccia indecorosa, di rincorsa a quello che gli idioti vorrebbero udire; alla caccia alle streghe per rigurgitare il possesso, rimarcando differenze sociali fini a sé stesse. No, è inconcepibile! Se non ce la facesse Bonaccini, sono certo che interverrebbero le Muse dall'alto! Insufflerebbero arie musicali abbraccianti le terre pericolanti, magari sulle note di Futura o di Amerigo. Le parole? Ah quelle sicuramente sarebbero "cazzo state facendo?"

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