mercoledì 2 gennaio 2019

Calcio e mandanti


Il 16 gennaio, fatto inedito per me, non vedrò né soffrirò per un match di pallone che ha da sempre alimentato fuochi passionali inverecondi, spingendomi ad atassie comportamentali tanto eclatanti, da alimentare dubbi e sospetti sul relativo stato psichico, come ogni tifoso che si rispetti dà adito di pensare ai propri cari.
Ma la finale di super coppa italiana quest’anno, per volontà delle mignotte che fingono di dirigere il circo mediatico calcistico nazionale, si gioca in un paese ricchissimo, preistorico, illiberale, misogino, guidato da tale simsalabim, al secolo Mohamned Bin Salman, mandante dell’assassinio di Jamal Khashoggi, ucciso ad Istanbul il 2 ottobre scorso, reo di aver criticato con il potere saudita. 
La gentaglia nostrana che dirige mediante la Lega il circo pallonaro, e ci metto dentro tutti ad iniziare dal pischello barbuto che continua ad esporre nello stadio di famiglia un numero maggiore di scudetti di quelli conquistati, per arrivare a quello della mia squadra, ex Idrocarburo che recentemente si è fatto ciulare dalla macchina una valigetta con diecimila euro, fatto normale questo: chi non si porta appresso almeno diecimila euro per le spesucce quotidiane? Ebbene: l’agglomerato di menti nobili che gestisce il pallone nostrano avrebbe dovuto declinare il faraonico invito arabo, da 7 milioni di euro, in nome e per conto della decenza universale. Sanno ad esempio che nello stadio di Gedda teatro della disfida, le donne saranno fatte accomodare in settori separati dagli uomini e che dovranno indossare l’abaya, la lunga veste che copre completamente i corpi femminili? Ma forse, come sempre, a vincere sarà la solita diplomazia affaristica, la stessa che permette ad un altro assassino, egizio, di continuare a prenderci per i fondelli riguardo all’omicidio Regeni: all’Arabia infatti e al riccastro Simsalabim, forniamo le mine, le produciamo in Sardegna,  usate per  combattere in Yemen. Che non sia mai che a lor signori venga in mente di chiudere i cordoni delle loro immense borse! Pertanto silenzio e giocare, fantozzianamente, come se nulla fosse. Ma non mi avranno.

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