E poi si, c'è lei: la toilette del Frecciabianca. Ma potrebbe essere del Frecciarossa, di Italo etc.
Nasconde trappole incredibilmente insidiose. A cominciare dall'arrivarvici: non è su ogni lato della carrozza. Lo dico perché una volta ho sostato più di una ventina di minuti davanti alla cabina elettrica, scambiandola per essa e, mentre ero intento a raccogliere monete per la colletta in memoria del defunto certo che credevo esserci all'interno, visto il dilatarsi del tempo, venni altresì scambiato dal capotreno per un replicante assetato di watt ed espulso, cautelativamente, alla fermata successiva.
I problemi corporali dovuti all'uso della toilette invece sono molteplici: vanno dalla centratura del foro tazzario alla convalida dei teoremi di M.Inzione che recitano:
1) se entri dentro ad una toilette di un qualsiasi treno e, appena chiusa la porta alle spalle, ti accorgi che è in condizioni letali e disperate, con carta igienica tappante foro di scarico, sporcizia ovunque, ebbene: hai 90,5 probabilità su 100 che, una volta riaperta la porta, senza aver nulla espletato, troverai davanti a te un passeggero, non parlante la tua lingua il quale, aiutato dall'incomprensione delle tue spiegazioni, compresa l'insana gestualità, crederà, una volta entratoci, che tu sia un maiale della peggior specie e per il fatto che, oramai giallo per la quantità di urina da espellere, continuerai a girovagare alla ricerca di un'altra toilette, anche della tipologia seriale!
2) L'approccio al bisogno corporale importante, dentro la toilette di un treno comporta i seguenti rischi: la defecatio va espulsa entro 15 secondi pena il cambiamento climatico all'interno. All'uscita, il solito 90,5% di trovarvi qualcuno in attesa e con, tra l'altro, la pituitaria molto sviluppata.
Un 45% che il condotto forzato sia guasto e che l'aere merdosa si spanda per il tutto il vagone, scatenando proteste veementi e messaggini d'affetto da parte dei coprofagi eventualmente presenti.
Per la hula hoop da ballare da cui derivi una corretta minzione centrata, lascio alla personale immaginazione.
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