giovedì 2 aprile 2015

Nell'ora dell'Addio



Con l'afflato rattristato
dico addio al mio padrone
dopo averlo adorato, leccato.
Son passato per coglione
per un pirla avvampato,

fui deriso e confuso per pavone

per il canto strampalato.

Le mie odi ogni sera
all'ombra del gelato
colorivano la cera
del mio capo mai pelato.

Amai il mio signore come chimera
anche se di gnocca malato
tanto da sembrar molto vera
ch'Ei pagava mignotte in buono stato
e a me rimanea decantar poesia alla sera!

Bonifici, parcelle, anelli di carato
e mai una spinta alla mì carriera.
Per lui fui disposto a finir nel baràtro
e a spostar dalla sua parte la stadera.

E adesso ho deciso tutto di un fiato
di staccarmi dal mio Sovrano
di abbandonarlo al suo fato
e se qualcuno lo chiamerà ancor Nano
non sarò più al suo fianco amato
a protegger l'Augusto Anziano

Perché se è ver che l'amor non passa
la dignità e l'alta tenzone
rimangono al contrario della bagassa!

Si, ho il viso che par un seder coi glutei tondi
ma in dignità resto pur sempre Sandro Bondi!

Nessun commento:

Posta un commento