lunedì 24 novembre 2014

Amarcord


Lustri fa, quando esistevano ancora le differenze politiche, quando l'opposizione era reale, quando inciucio era un termine inusuale, quando si cercava di portare acqua al proprio mulino con esempi di perfezione, colui che credeva nella sinistra, durante le sane discussioni all'ombra di un generoso rosso, ad un certo punto sbottava così:"Guardate poi come governiamo in Emilia Romagna!"
Negli astanti calava il silenzio. 
Nessuno neanche i peggiori democristiani, i fasci rancorosi, osavano obbiettare in merito.

Lei, la Regione Rossa per antonomasia, il mix spettacolare tra ragione, tortelli e civiltà era il Baluardo, la Speranza, il Motivo per alzarsi alle 5 e poi correre dal "Sior Padron dalle belle braghe bianche" certi che la fatica, il piegarsi alle volontà altrui un giorno sarebbero state ricompensate non foss'altro per il Faro che indicava la via della giustizia sociale, il Faro della Dotta.

L'Emilia rimarrà rossa, ma scossa, intimorita da tanta gentaglia fagocitante denari, potere, privilegi. L'Emilia è rimasta a casa per non confondersi con questi sbruffoni che gridando alla luna promettono chimere irrealizzabili. 
Unica voce raggiante nel gelido e plumbeo silenzio emiliano, quella di un babbano egocentrico che non capendoci una mazza, guarda il dito cantando vittoria, vittoria molto più inutile di quella di Pirro.

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