lunedì 5 agosto 2013

Un silenzio colpevole

La cultura del silenzio nelle religioni è la spina dorsale della vita contemplativa, ascetica. Tanto è importante e vitale il silenzio nella fede quanto deleterio nella vita politica. 
Il silenzio delle istituzioni, l'assenza di prese di posizioni contro tracotanti tentativi destabilizzanti, mina la vita stessa di uno stato.
Ci si domanda quanto danno stia facendo il silenzio attuale difronte a dichiarazioni, atti, comizi che rischiano di accendere focolai che prima o poi potrebbero tramutarsi in violenza.
Si può infatti sopportare che un delinquente parli a poveri cristi bisognosi di cure, in un comizio non autorizzato nella capitale romana, senza che nessuno degli organi costituzionali senta il dovere di criticare tale comportamento?
O sentire attacchi pretestuosi e violenti contro la magistratura da parte di deputati, senatori, ex Presidenti del Senato in un deserto silenzioso? 
O permettere ad un pregiudicato di esternare, atto normale di tutti gli accusati nel mondo, pubblicamente la propria innocenza con la differenza che, essendo padrone di tre reti televisive e controllandone almeno due di quelle pubbliche, tale teatrino commediografo viene recitato in diretta tv ?
Silenzio. 
Nessuno ha il coraggio di dirgli, in politichese, che ha rotto i coglioni?
Tacciono le istituzioni, non capendo che questo silenzio le indebolirà pericolosamente.

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