lunedì 22 aprile 2013

Antiochia 2013


Certo che già al tempo degli Apostoli, la situazione era pressoché identica alla nostra!

La prima lettura di domenica scorsa ci racconta di Paolo e Barnaba in tour per portare la Buona Novella, mentre arrivano ad Antiochia.

I Giudei erano gelosi delle loro figure, di come riuscivano ad adunare folle numerose.

E contestavano sobillando.

I due Apostoli allora, vedendo questa resistenza, decidono di rivolgersi ai Pagani, lontani anni luce dalla verità.

I Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà ed i notabili suscitando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, cacciandoli dal loro territorio.

Sobillare le pie donne della nobiltà ed i notabili.

Sembra non siano passati duemila anni. La storia si ripete. Come non pensare alla Roma Nera dei ricchissimi Conti e Principi dediti ad un cattolicesimo di facciata, chiuso ed arrogante, che rincorre cavilli ed oscurantismo, che sembra praticare una religione diversa da quella tramandata dagli Apostoli, che appena apprende una novità sobilla per ritornare all'antico, come se il vecchio fosse verità ed il resto derivi dal maligno.

Fino a poco tempo fa la credenza nera dei notabili di oggi era voce molto ascoltata in Vaticano: vi era un traffico di riconoscimenti e medaglie di latta da far inorridire, si stava attenti alla virgola, alla porpora, al bisso e a tutto il contorno, dimenticandosi del nucleo, della centralità della Carità.

Papa Francesco tenta di spazzare via questi movimenti di pensiero retrogradi e fuori dal tempo, dando egli stesso per primo l’esempio di come vada realmente vissuta la fede.

Come fecero Paolo e Barnaba, è necessario scuotersi la polvere dai calzari e cercare nuovi lidi, nuovi cuori con cui dialogare, con la speranza che coloro che sono nell’ignoranza di una fede vacua ed inutile possano ricongiungersi al gregge.

Solo allora si attuerà ciò che la lettura descrive nel finale: i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

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