Pali, paletti, orizzonti, pietre miliari, obbiettivi. Se non si guarda ad un punto fermo, non se ne esce, non si può sperare in una soluzione accettabile. Ed in politica l’avvenire è l’oggi, dicono in molti. E allora il primo obbiettivo ci porta a febbraio 2022: evitare l’ascesa al Colle quirinalizio del pagatore seriale di tangenti alla mafia, nonché proprietario indiscusso e agevolato di oltre la metà della libera, mi vien da sorridere, informazione. E’ questo il principale problema da risolvere, tutto il resto conta poco, a parte naturalmente la battaglia pandemica che al momento è l’indiscusso e granitico nodo sociale da risolvere. Per evitare la nanoputtanesca ascesa, occorre che fino ad agosto prossimo non si voti, dopo infatti scatterà il semestre bianco; per scansare il voto occorre che il M5S entri nella compagine governativa probabilmente diretta da Draghi. Per schierare i propri ministri il Movimento dovrà non solo turarsi il naso, ma igienizzarsi a dovere visto che sicuramente l’Erotomane entrerà in maggioranza. Ma l’eventuale accoglienza di un pregiudicato e della sua azienda finto partito, se proiettato nel pericoloso febbraio ’22, potrebbe ascriversi al piano di salvaguardia nazionale, proteggente le future generazioni dall’ipotetico settennato malefico, in grado di spargere i famigerati e subdoli assopimenti della ragione, paragonabili per nefandezza a ciò che abbiamo subito nell’Era del Puttanesimo.
Il M5S a mio parere dovrebbe evitare in primis che lo gnomo psico-flebile egocentrista rignanese, l’enorme pericolo per il proseguimento della legislatura, nonché un fantasmagorico gatto attaccato alle gonadi, entri nel governo; relegarlo all’opposizione semplificherebbe di molto la già tesa situazione politica.
Riassumendo: fuori il Bullo, dentro il Pregiudicato ma solo per depotenziarlo al fine di non di ritrovarcelo quale simbolo di unità, che sta a lui come Kierkegaard al Cazzaro Verde.
A proposito del Cazzaro: si dovrebbe autoescludere a priori in presenza del movimento, come ha già fatto Sora Cicoria, ma non è detto, visto che Giorgetti spasima per Draghi. Una coabitazione con i leghisti, con aggiunta dello psico nano, renderebbe instabile e assurda ogni cosa, soprattutto per il concreto rischio di estinzione del M5S, compartecipe di fatto di una politica intrisa di plutocrazia forsennata, i sorrisi dello squallido Bonomi la dicono tutta in merito, che da sempre costituisce uno dei principali bersagli dello stesso.
Non sarà dunque una passeggiata, tutt’altro; la strada infatti si biforca: da una parte il far politica con i personaggi già descritti; dall’altra l’ipotetico baratro da evitare sulla futura nomina del Presidente della Repubblica. Un caos da affrontare con le notorie armi dell’onestà e del rigore morale che molti, nel futuro governo, sicuramente non sanno neppure pronunciare.
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