domenica 29 aprile 2018

Articolo di Daniela


domenica 29/04/2018
IL COMMENTO
Orfini al bivio: bugiardi o imbecilli?
FAKE NEWS - LE RAGIONI DELLO STALLO SPIEGATE DAL TURBORENZIANO A “OTTO E MEZZO”

di Daniela Ranieri

Orfini, Orfini… questo nome non ci è nuovo. Ah, sì: l’altra sera l’asserito presidente del Pd era in Tv a Otto e mezzo a propalare alcune delle fake news del repertorio post-elettorale renzista (di quelle russe, prima e dopo le elezioni, nemmeno l’ombra; in compenso, dopo il 4 marzo un rosario quotidiano di fandonie, menzogne, manipolazioni messe in bocca da Renzi ai più televisionari dei suoi gregari, hai visto mai il risultato del 18,7% sia ancora migliorabile).

Orfini non ha mancato di dedicare una battuta alla frottola ormai leggendaria secondo la quale “gli italiani ci hanno messo all’opposizione”, come se sulla scheda elettorale ci fosse una casella apposita (il sospetto che quelli che non li hanno votati speravano che non arrivassero nemmeno al 3% e che andassero proprio a casa non li sfiora nemmeno).

L’altra, sostenuta con particolare veemenza dall’esangue Orfini, è quella secondo la quale ci troviamo nello stallo attuale perché la legge elettorale che precedeva il Rosatellum, l’Italicum, “è stata bocciata dal referendum”. Eh… Che pazienza. Come ormai anche i sassi sanno, il referendum riguardava la riforma costituzionale toscana (riduzione del numero dei parlamentari, riforma del titolo V, abolizione del Senato elettivo e sua sostituzione con un circolo ricreativo per amministratori locali con immunità) e non affatto la legge elettorale, come infatti si sgolava di argomentare un imbarazzante Renzi con Zagrebelsky (!) che in un confronto tv denunciava i pericoli del “combinato disposto” tra le due.

Senti Orfini: “Quella legge è caduta per effetto del referendum… Viene eliminato dalla Corte Costituzionale il ballottaggio nel momento in cui perdiamo il referendum e c’è il bicameralismo”.

Ovviamente è falso: la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’Italicum nella parte relativa al ballottaggio con queste motivazioni: “Se è vero che… il turno di ballottaggio fra le liste più votate ha il compito di supplire al mancato raggiungimento, al primo turno, della soglia minima per il conseguimento del premio, al fine di indicare quale sia la parte politica destinata a sostenere, in prevalenza, il governo del Paese, tale obbiettivo non può giustificare uno sproporzionato sacrificio dei principi costituzionali di rappresentatività e di uguaglianza del voto, trasformando artificialmente una lista che vanta un consenso limitato, ed in ipotesi anche esiguo, in maggioranza assoluta”. Quindi il ballottaggio è incostituzionale in sé, perché trasforma artificialmente la minoranza in maggioranza. A Orfini batte la palpebra perché sa che sta dicendo una bugia (consigliamo magnesio) e per tenere il punto s’inventa uno scenario fantasy con inversione spazio-temporale (un hysteron proteron tipo il ““Moriamo e lanciamoci in mezzo alle armi” dell’Eneide).

Ma se anche fosse vero che la vittoria del No ha rotto le uova nel paniere di una legge costituzionalissima che lo precedeva, Orfini si rende conto che sta confessando che lui e i suoi compagni statisti hanno fatto un legge elettorale valevole solo per la Camera, dando per scontato l’esito di un referendum che doveva ancora tenersi? (Il che è talmente stupido e assurdo che in una certa misura coincide con la verità). Gli conviene che continuiamo a prenderli per bugiardi, perché tra il credere alla loro buona fede e il vederli come totali imbecilli è un attimo.

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