giovedì 22 febbraio 2018

La fonte della satira



Gli dei benedicano la satira, l'unica in grado di osteggiare questo clima iniquo, mellifluo, insipido e pericoloso che sta abbattendosi sulla nostra nazione già da tempo immemore in mano a bande malavitose camuffate da politici. 
Guardando questa foto arrivata dal web inizialmente si ride, successivamente subentrano sentimenti di paura, fobia, insicurezza. Non riusciamo a levarcelo di torno! Il Delinquente Naturale (cit. Sentenza Corte di Cassazione nr 35279/13 del 01.08.2013) è ritornato in campo e, probabilmente, gestirà i nostri prossimi anni per l'assalto finale alla diligenza.
Satiricamente dobbiamo, per esigenze sociali, cercare di contrastare come non mai questo nuovo avvento, deleterio, finale. 
Pullulano segnali in ogni dove per l'abbraccio mefitico tra il Puttaniere e il suo nipote imbelle; avendo preparato questa legge elettorale indegna di una democrazia, non prevedente vincitori né soprattutto vinti, appena chiuse le urne scatterà la solita nenia imbolsente spiriti ed animi: per il bene della nazione occorrerà un governo di solidarietà nazionale. Un macigno già surrogato dal mulino dannoso un tempo al Quirinale, Napolitano, scalpitante ed osannante Gentiloni. Ma sappiamo con certezza che il Pifferaio di Rignano auspica follemente un suo ritorno a Palazzo Chigi e per questo è pronto a tutto. 
Al Delinquente Naturale (cit. Sentenza Corte di Cassazione nr 35279/13 del 01.08.2013) questo progetto va bene, come altri. A lui infatti appassiona solo un evento: proteggere le sue ricchezze ed il suo potere mediatico. La prossima settimana annuncerà il suo presidente del Consiglio: Tajani? Gianni Letta? Non fa nessuna differenza. Il designato opererà sotto il suo stressante controllo, per il bene del portafogli di famiglia. 
Tutto è dunque scritto? 
Forse ancora no! Sabato uscirà il libro di Travaglio "B. come Basta!" una raccolta di tutte le scorribande del riccastro, un ottimo compendio che speriamo risulti fondamentale per la cacciata definitiva del piccolo imprenditore meneghino. 
E se il popolo sovrano nel segreto dell'urna deciderà di sfanculare partiti per allocchi, minuscoli meandri di impresentabili a sostegno dell'infausta causa affondatrice di speranze e risollevamenti culturali e sociali, allora vorrà dire che il 5 marzo non ci ritroveremo, mesti e maigolanti, a leccarci le ferite prevedendo un futuro di mestizie ed ingloriosa disfatta. 

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