Leggendo sulla Gazza le imprese dei 5302
partecipanti alla Maratona di Milano, che dovrebbero essere miei simili,
m'agguanta già il pataffio! Se penso ai 42195 metri di corsa devo sostare per
ansia da prestazione. Non foss'altro per il doloroso blocco alla schiena,
soffro a comprendere come si possa correre la distanza in 2:17:03 del primo
arrivato, Edwin Koech Kipngetich, tempo che impiegherei al massimo per trovare
scarpe, maglietta e pantaloncini. E che dire dei miei coetanei, al 73° posto
tale Zeima Mohamed ha ottenuto il discreto tempo di 2:47:41, al 117° Maino
Paolo in 2:53:46, al 575° Emanuelli Emanuele in 3:12:11 e poi partendo dagli
ultimi ecco Della Volpe Domenica al 5163° posto con 5:21:12? Stessa età e modi
differenti di affrontare il relax. Loro a spararsi la maratona io al massimo a
vederli incastonato nel divano, intermezzando paglie.
La vera ragione della mia assenza però è un
altra: disturbo della quiete pubblica. Ammesso che arrivassi vivo al traguardo,
il mio fischiare, ragliare, con bronchi sparsi ovunque, avrebbe scorticato le
gonadi degli abitanti nei pressi dell'arrivo.
D'altronde il Maestro in questo è stato
chiaro: "come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa e
c'è il sospetto che sia triviale l'affanno e l'ansimo dopo una corsa"
(Lettera - F.Guccini)
(Ministro "ControlC" Madia si fa
così!)
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