L'Editoriale di Marco Menduni sul Secolo XIX di oggi dal titolo
"Se la Regione Liguria non difende i soggetti più deboli" mi trova
d'accordo in maniera strepitosa alla sua tesi, ovvero il tirar a campare della
compagine di sinistra (ahahahahahah!!!) in merito ai controlli negli istituti
di assistenza in Liguria.
Dal 2011 vi sono stati almeno quattro grossi ed
ignobili casi di accertata violenza nei confronti di anziani e disabili in
luoghi ove, sembra, comandi solo una cosa: il lucro.
L'ultimo vergognoso caso a Vado Sabatia nel reparto di Vado
Ligure dedicato ai disabili gravi ove queste PERSONE venivano picchiate,
insultate, recluse da finti integerrimi assistenti, pone il problema devastante
dei controlli, della preparazione degli addetti e dell'introduzione di un
sentimento all'interno di queste carceri legalizzate, chiamato Amore.
Ma la Regione Liguria, partendo dal Capo Burlando per arrivare
agli assessori, tra cui l'Abbronzato e la Beniamina delle Parrucchiere è
ultimamente dedita ad un'operazione molto, ma molto importante, che svilisce
tutto il resto: le elezioni regionali del 2015.
Intendiamoci: non vi è alcuna responsabilità mossa nei confronti
di nessuno della giunta regionale nella fattispecie. Si resta però basiti
difronte a balbettii e balbuzie insorgenti allorché si chieda di come
avvengono, come si organizzano, come si fanno i controlli alle strutture
ospitanti PERSONE che rendono denari a tutti coloro che vi orbitano attorno e
se sia vero che quando si decide di andarne a visitarne una, la cosa sia
risaputa all'interno della stessa in modo da prepararsi con tanto di profumi,
deodoranti e carezze, molte volte false.
Sarò un sognatore, un vago ed inconcludente girovago del nulla.
Ho la netta sensazione però che ove giri il soldo sia difficile, molto
difficile coniugare parole quali accoglienza, condivisione, interscambio
personale, rispetto, amore.
Ci sono amici ed amiche che conosco che vivono di queste
attività, miscelando tutte le sopra citate qualità, scatenando in me mix di
ammirazione e felicità per le loro persone.
So per certo che però non è così ovunque e con chiunque.
Basilare in questo campo che può onorare o spedire nel ludibrio la società
cosiddetta civile è la formazione degli addetti, la loro preparazione materiale
ma soprattutto spirituale.
Ho avuto la fortuna nella vita di vivere dentro un'Associazione
Cattolica, il Gruppo Padre Alfonso, fondato dal mio amico Turi assieme ad altri
amici, ove tutto è proiettato in chiave di volontariato, di condivisione, di
amicizia. Quando mi sveglio dal torpore e prendo coscienza della realtà che ci
circonda, ammetto come sia impossibile gestire tutte le emergenze in chiave di
volontariato, ci mancherebbe.
Ma resto convinto che al fine di evitare che si
generino mostri come quei bastardi di Vado ripresi da telecamere che
oltraggiavano le PERSONE a loro affidate, occorre che la preparazione degli
stessi riservi spazio e tempo ad attività che inducano gli allievi a guardare
la carrozzina, il pitale, il gesto apparentemente violento del diversamente
abile, come un muro da abbattere alla ricerca del cuore dell'individuo, sempre
presente e pulsante ed in attesa spasmodica di poter operare un interscambio di
umanità in una normalità a volte spiazzante, a volte irreale, a volte persino
imbarazzante, ove chi aiuta si sente aiutato, ove chi vive il momento come un
lavoro si trova incredibilmente trasportato in momenti inaccessibili se non
attraverso un mettere in campo qualcosa di sé al fine di condividere
l'esperienza, la vita, il mondo.
Speranza di un sognatore mandante al diavolo elezioni,
fotografie su quotidiani e percentuali, preconcetto che rende vana la fatica di
molti presenti più dello Spirito ad ogni inaugurazione, dal nuovo modello di
amo per trote alla macchina che distribuisce le cialde per il caffè, al fine di
riavere la poltrona: fatica inutile, tanto non vi ri-voto!
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