sabato 1 novembre 2025

Boom!

 

Urge antidoping
DI MARCO TRAVAGLIO
La mesta festa di casta nella piazza vuota, fra passanti indifferenti e turisti divertiti da uno sparuto corteo di forzisti che porta in processione il ritratto del defunto pregiudicato B., è la perfetta fotografia della schiforma che separa giudici e pm. La Meloni, leader della “nuova destra” che “non è ricattabile” perché “si ispira a Borsellino”, consegna il suo futuro a una ciofeca piduista, craxiana e berlusconiana (il peggio della prima e della seconda Repubblica) scritta da tal Nordio all’ultimo spritz. Tradisce il grande giudice siciliano e la destra legalitaria. E va a rimorchio della buonanima di B., frodatore fiscale, ma anche corruttore di giudici e compratore di sentenze tramite l’avvocato Previti (a proposito di chi va separato da chi). Il tutto nella totale indifferenza dei cittadini, che già nel 2022 furono chiamati a un referendum per separare i pm dai giudici e il 79,1 restò a casa. Gli unici a esultare sono i maggiordomi della casta, tipo Vespa, che è già in campagna elettorale coi soldi nostri. Lui le carriere separate le ha nel sangue, anzi in casa. La moglie Augusta Iannini era gip a Roma. Nel 1993 la Procura le chiese di arrestare De Benedetti, Gianni Letta e Galliani per le mazzette alle Poste, ma arrestò solo De Benedetti e non gli altri due perché Letta “è un amico di famiglia”. Nel ’96 faceva colazione la domenica con: un giudice, Squillante; un pm, Napolitano; e un avvocato, Virga, legale della Fininvest che teneva Squillante a libro paga (sempre a proposito di chi va separato da chi).
Ma ormai vale tutto. Si cita il caso Tortora, come se fosse dovuto alle carriere unite: ma Tortora fu condannato in Tribunale e assolto in Appello e in Cassazione da giudici che farebbero parte della stessa carriera anche dopo la separazione dai pm. Si cita Zuncheddu, che ha avuto la revisione della sua condanna definitiva in assoluzione non perché sia provato che non c’entrava, ma perché il teste chiave ha ritrattato dopo 30 anni; e a chiederla e a concederla sono stati pm e giudici che ora si vorrebbe separare. Si cita Garlasco, dove a contestare la colpevolezza di Stasi sancita da pm e giudici sono altri pm e giudici, che indagano persino sul pm di prima. Ogni giorno giudici e pm contraddicono e financo indagano colleghi, mentre i politici si coprono l’un l’altro. Ora gli schiformatori assicurano che, con i due Csm e l’Alta Corte disciplinare, per le toghe che sbagliano saranno dolori. Ma l’Alta Corte sarà sempre composta per due terzi da magistrati (giudici e pm, incredibilmente ancora uniti). Idem i due Csm, solo che lì i pm daranno i voti ai pm e i giudici ai giudici. Così si evita il corporativismo tra colleghi, no? Più che un referendum sulla “riforma”, servirebbe la prova del palloncino e il test del capello per chi l’ha scritta.

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