Che cosa (non) cambierà trump, a parte l’ipocrisia
DI ELENA BASILE
Una possibile novità delle elezioni Usa sarebbe costituita da una stampa mainstream contraria al potere presidenziale statunitense. Almeno in un primo periodo, avremo editorialisti e accademici pronti a criticare il cattivo per antonomasia, nella narrativa surrealistica dei doppi pesi che ci accompagna, simile a Putin, Xi, Erdogan, Orban, ma non a Biden, all’Arabia Saudita, agli Emirati, ai cosiddetti amici. Trump non sembrerebbe condizionare i grandi mezzi di informazione, a eccezione della Fox o di X dell’amico Elon Musk.
Lo spazio politico, come si è visto dalle dichiarazioni dei leader europei, appare pronto a cambiare padrone. È stupefacente che i sostenitori del centrosinistra europeo, i liberal, i progressisti non si rendano conto di come la politica del “ma anche” veltroniano sia stata perdente. Il “trash bianco” si estende, la gente senza istruzione ha l’intelligenza per comprendere la doppiezza della politica, le menzogne sulla difesa della libertà e dei diritti umani, la ipocrita sottocultura che impera. Trump, il clown, il gigione spontaneo che parla in modo semplice e diretto, rappresenta una boccata di ossigeno per la massa emarginata e disprezzata dalla élite progressista. Trump vince perché fa capo ad articolazioni differenti della finanza: Musk, Thiel, i venture capitalist della Silcon Valley. Essi hanno bisogno di liquidità e mal sopportano lo spreco di miliardi in Ucraina e nell’apparato militare-industriale. I petroliferi, l’Aipac, una delle principali organizzazioni della lobby di Israele, i sionisti cristiani sono i finanziatori del leader che è riuscito, come Meloni in Italia, a captare il dissenso e a rendere governabile lo status quo.
Non cambierebbe molto con il nuovo presidente. Egli considera papabile a segretario della Difesa Mike Pompeo, così da sottolineare la continuità dell’apparato neoconservatore. La politica estera potrebbe concludere il lavoro dei democratici. Si realizzerebbero le stesse strategie dei Dem, ma in bella copia. Verrebbero assecondati, senza falsi piagnistei, i piani di Netanyahu, la pulizia etnica e la realizzazione della Grande Israele. Questo obiettivo sarà raggiunto anche con l’allargamento del conflitto al Libano e all’Iran. Verrà impartita una lezione a Teheran con attacchi a basi militari (spero non nucleari), negoziando con la Russia e la Cina fin dove spingersi. Naturalmente la situazione in Medio Oriente diverrà ancora più insicura. L’aspirazione iraniana a ottenere la bomba atomica potrebbe essere realizzata grazie all’aiuto di Mosca e Pechino. Israele continuerà a governare col terrore e con l’apartheid la Palestina, senza peraltro riuscire a distruggere completamente la resistenza.
Data l’incontestabile vittoria della Russia sul campo, si sceglierebbe una via di uscita dal conflitto ucraino accollando all’Europa i costi del sostegno a un Paese fallito. Credo che infine si riuscirà a pervenire a una mediazione. L’Ucraina neutrale ne sarà la base. I filoucraini hanno preferito distruggere il Paese e una generazione di giovani per poi accettare la realtà e le legittime, ragionevoli preoccupazioni di sicurezza di Mosca.
Anche la politica interna non cambierà poi molto. Si continuerà a detassare i ricchi, a rinunciare alla globalizzazione preferendo politiche protezionistiche per mascherare la mancanza di competitività dell’industria americana. La bella copia avrà colori più netti della precedente brutta copia difesa da Biden e dai progressisti. Le libertà civili, come l’aborto delle donne in alcuni Stati, saranno limitate, ma i costumi della società civile resteranno gli stessi. Le pillole per abortire facilmente saranno alla portata della maggioranza. Si resterà riluttanti all’utilizzo dei preservativi. Lo scarso congedo parentale in caso di maternità continuerà a rendere difficile la coniugazione di vita privata e pubblica.
Il falso femminismo ci consolerà. In fondo la libertà sessuale è l’unica protetta nella sostanza nelle oligarchie liberali. Al netto della retorica, la mercificazione del corpo della donna continuerà. Democratiche o Repubblicane, certe donne non smetteranno di vendersi per fare un passetto avanti nella carriera. Purtroppo, a New York come a Stoccolma e a Milano, siamo lontani dall’utopia gramsciana: che infine uomini e donne si incontrino come esseri umani.
L’Europa come risponderà? Come nel 2016. Gli Stati membri dell’Ue faranno a gara per ingraziarsi il nuovo presidente e chiedere clemenza. La burocrazia europea dominata dalla Von der Leyen, dalla Polonia, dai Nordici e dai Baltici potrebbe investire maggiori fondi nelle armi, nell’Europa della difesa senza alcuna autonomia strategica. L’Europa sarà il braccio armato della Nato. Questo è l’essere. La prossima volta scriverò del dover essere e potrò essere ottimista.
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