martedì 5 marzo 2024

L'Amaca

 

Uno squarcio di verità
DI MICHELE SERRA
Quando ho visto il video di Augusto Proietti, il “re delle bancarelle”, contro Rocco Casalino, ho pensato a un falso d’autore. Mi sono ricordato di Corrado Guzzanti e della Famiglia Fetuso, iper-parodia del “popolare” anni Novanta. Ho ripensato alla ferocia impareggiabile diCinico Tivù, Ciprì e Maresco. A Brutti sporchi e cattivi di Scola, che quasi mezzo secolo fa (1976) metteva qualche paletto, poi travolto, all’idea populista che il popolo sia “buono” per natura. Che poi il bersaglio del “re delle bancarelle” fosse Rocco Casalino (non un radical chic: un ex del Grande Fratello) mi è sembrato un ulteriore tocco satirico.
Invece era tutto vero. Vero Proietti, vere le sue parole, la sua maniera di porsi. Altro che satira: neorealismo. Esiste una Roma così (un’Italia così) e la vera fiction, la vera simulazione, è fare finta che non esista, che i selfie con la faccia ritoccata anche a quindici anni, l’umanità fasulla e bambolesca dei social sia “il popolo”. No, il popolo è ancora fatto, almeno in parte, come Augusto Proietti, e pensa e parla come lui. E dunque, in un certo senso, mi sono sentito partecipe della sua brutalità primitiva.
Uno squarcio di verità non facile da digerire, e anzi detestabile per aggressività e mancanza di inibizioni; ma anche una breve vacanza dalla leziosità piccoloborghese degli influencer.
Poi Proietti si è scusato, deve essersi reso conto perfino lui che c’è un limite, non si può sbraitare e offendere senza mettersi dalla parte del torto. È una buona notizia, significa che, dopotutto, viviamo tutti nello stesso posto e tanto vale cercare di sopportarci a vicenda.
L’omofobia viene avvertita come un problema perfino dagli omofobi.
Le urla e le minacce turbano perfino chi urla e minaccia. Forse una via di uscita pacifica e rincivilita è possibile.

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