Niente è indiscutibile
DI MICHELE SERRA
Il New York Times ha ricevuto una severa lettera di biasimo, firmata da attivisti Lgbt+ e da molti collaboratori dello stesso Nyt, a proposito di alcuni articoli sulla transizione di genere giudicati molto negativamente dai firmatari della lettera. La vicenda è molto complicata e sconsiglia opinioni sommarie, chi volesse approfondirla può trovarne ampio resoconto in rete.
Ma c’è un dettaglio che mi ha particolarmente colpito. Nella lettera di critica si sostiene, tra le altre cose, che “queste discussioni hanno un impatto negativo sulla salute mentale delle persone Lgbt+, in particolare i nostri giovani”. Forse è solo un passaggio infelice, ma il lettore ne trae la conclusione che “le discussioni” sulla transizione di genere (esperienza in costante aumento tra gli adolescenti: chiedere agli insegnanti di scuole medie e superiori) sono considerate irricevibili in quanto tali, perché provocano turbamento nelle persone interessate.
Non le discriminazioni, non le offese, non i pregiudizi: le discussioni.
Ora, a me sembra che quella frase contenga tutta la pericolosa fragilità di quelle buone cause che, considerandosi “indiscutibili”, rischiano di sommare alla prevedibile ostilità dei reazionari anche la non necessaria diffidenza dei democratici. Perché, dai Lumi in poi, di “indiscutibile” non esiste proprio niente, e nessuna esperienza individuale, per quanto sofferta e rispettabile, merita di essere sottratta alla discussione, specie nel momento in cui si presenta sulla scena non solo come fenomeno sociale, anche come agente politico. Fare politica pretendendo di non avere contraddittorio rischia di rendere insostenibile anche la causa più giusta.
Nessun commento:
Posta un commento