Per un pugno di yen
Le battute smarrite e i giapponesi infuriati I retroscena del film in cui nessuno credeva
DI ALBERTO CRESPI
Il 16 settembre la Cineteca di Bologna fa uscire in sala la copia restaurata diPer un pugno di dollari .Sono passati sessant’anni dalla prima uscita, a fine estate del 1964. Sempre la Cineteca, dal 23, riproponeLa sfida del samurai di Akira Kurosawa (1961). È un’accoppiata splendida, unita da una storia pazzesca che inizia quando La sfida del samurai ,già passato a Venezia nel ’61, esce in Italia. Sergio Leone va a vederlo. È recente il successo diI magnifici sette , dichiarato remake diI sette samurai : Kurosawa è un cineasta da tenere d’occhio. Leone pensa subito che potrebbe diventare un ottimo western. A margine: anche Mario Monicelli lo vede e si ricorderà del ciuffetto di Toshiro Mifune (il samurai protagonista) nel ‘66, quando metterà un ciuffo molto simile in testa a Vittorio Gassman inL’armata Brancaleone .
E ora cominciano i racconti che chi scrive ha ascoltato più volte negli anni. Spesso leggendari ma, come dice John Ford (cineasta caro sia a Leone sia a Kurosawa) inL’uomo che uccise Liberty Valance , se la leggenda diventa realtà, stampate la leggenda.
Un giorno del 1964 Giuliano Montaldo si reca alla Jolly Film di Arrigo Colombo e Giorgio Papi con i quali, anni dopo, realizzeràSacco e Vanzetti .
«Sento arrivare da una stanza rumori di spari, cavalli al galoppo, urla... penso stiano proiettando un western, invece è Leone che racconta Per un pugno di dollari ai produttori. Faceva tutti i rumori, era come vedere il film. Sergio era il numero uno in una specialità che ogni regista dovrebbe imparare: raccontare i film a voce. Lo chiamavano Dieci in Orale ». Papi e Colomboproducono Per un pugno di dollari in economia: il film è un “recupero”, Leone utilizza il set spagnolo di un western più ricco, Le pistole non discutono di Mario Caiano. Lo raggiunge, per dirigere la seconda unità, Franco Giraldi, futuro regista di film raffinati come Un anno di scuola e La giacca verde : «Arrivai nella Spagna degli anni 60, nonostante Franco fosse ancora vivo si allentava la cappa della dittatura. Nella troupe c’era un solo fanatico del caudillo e tutti lo insultavano: “Taci, fascista”. Gian Maria Volonté non si perdeva una corrida. Io girai con lui le scene in cui Ramón stermina i soldati con la mitragliatrice, e la strage notturna dei Baxter. Sì, le più efferate». Il film viene girato muto, tutti sarebbero stati doppiati: al ritorno a Roma, Leone si è perso la sceneggiatura e nessuno ricorda più cosa diavolo dicessero gli attori, devono riscrivere tutto in moviola, con Enrico Maria Salerno che doppia Clint Eastwood e Nando Gazzolo che doppia Volonté.
Nessuno, alla Jolly Film, crede inPer un pugno di dollari . Tranne Tonino Valerii, futuro regista diIl mio nome è nessuno . Lui, addetto all’edizione, vede per primo il girato e avverte Papi e Colombo che hanno in mano un film paragonabile aI magnifici sette .Lo prendono per matto e distribuiscono il film in agosto. Ma accade un miracolo. In un “pidocchietto” di Firenze il film incassa 400 mila lire il venerdì, 500 mila il sabato, 800 mila la domenica e un milione 400 mila il lunedì, cosa incredibile.Comincia il tam-tam. E cominciano i guai. Qualcuno, a Tokyo, lo vede. E arriva alla Jolly una telefonata: “Scusate, il vostro film somiglia veramente un po’ troppo aLa sfida del samurai ”. Papi e Colombo regalano alla Toho Film i diritti per il mercato giapponese, cosa che a distanza di decenni faceva ancora imbufalire Leone: «Ha fatto più soldi in Giappone che in Italia, e non ho mai visto uno yen». Ma prima, in vista di una possibile causa, gli avvocati consigliano la Jolly di trovare un’opera letteraria la cui trama ricordi vagamente il film, per imbrogliare i nipponici. «Fui incaricato di trovare quest’opera — raccontava Valerii — e tirai fuori Arlecchino servitore di due padroni , vergognandomi un po’. Ebbi 300 mila lire di premio, la causa poi non ci fu. Leone, qualche volta, si è rivenduto questa storia di Goldoni ispiratore dello spaghetti western». Se andrete a vedere La sfida del samurai , occhio: potreste scoprire non solo che Per un pugno di dollarine è praticamente la fotocopia, ma anche che Kurosawa era più bravo di Leone. Ma ne vale la pena.
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