sabato 6 agosto 2022

L'Amaca

 

Una casa senza padroni di casa
DI MICHELE SERRA
Bisognerà che di qui a fine settembre qualcuno mi fornisca una app che cancelli in automatico ogni dichiarazione e ogni immagine di Carlo Calenda, in modo che io possa conservarmi ignaro e andare a votare, come vorrei, per il centrosinistra.
Perché ogni volta che lo vedo e lo sento, con quei modi da padrone di casa che allontana gli ospiti indesiderati, mi viene voglia di votare per Bonelli e Fratoianni, e sarebbe il tardivo colpo di teatro di una carriera di elettore lunga e monotona (come massima manifestazione di eccentricità, una volta votai per Vendola). Qualcuno spieghi a Calenda che casa sua è anche casa mia e di tanti altri; e lo è da ben prima che lui la occupasse così rumorosamente.
Gli elettori di centrosinistra non sono cretini. Sanno benissimo, senza bisogno delle istruzioni di Calenda, che nel cartello per il quale voteranno sono costrette alla promiscuità, dunque a sopportarsi come meglio possono, forze politiche molto diverse. Altro che rigassificatori: è l’intero modello di sviluppo a essere oggetto di evidenti divisioni. L’agenda Draghi e l’agenda Greta non sono la stessa cosa. Ma è l’agenda Orbán, quella che non vogliamo.
Se qualcuno alza la voce — e non da oggi — e pretende di dettare le regole a tutti gli altri, bisognerà spiegargli che o la abbassa, oppure farà molti più danni di quanti immagina. Per aiutarsi, Calenda potrebbe affidarsi a una regola non sua, ma così facile e produttiva che magari può giovare a lui e a noi. La regola è, almeno ogni tanto, non avere nulla da dire. Perfino in campagna elettorale prendersi quella mezza giornata (non di più) di silenzio che rende più interessanti e meno invadenti.

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