martedì 15 giugno 2021

Dalla satira s'impara

 

Guerrafondai, giornaloni e complottisti: cosa si sa finora sull’Afghanistan
di Daniele Luttazzi
“L’Italia via dall’Afghanistan” (Agenzia DiRE, 8 giugno 2021)
Raccontando la ritirata militare Nato dall’Afghanistan, i giornaloni scrivono che gli Usa di Bush fecero la guerra all’Afghanistan come reazione all’11 settembre. Così però non si capisce nulla. Perché attaccare l’Afghanistan, se 15 dei 19 terroristi dell’11 settembre venivano dall’Arabia Saudita? Perché l’Arabia Saudita è una delle due amanti legittime che gli Usa hanno in Medio Oriente (l’altra è Israele). Per fortuna, Bush aveva le prove che bin Laden era collegato a Goldfinger, e poté far partire la “guerra al terrore”. Come pretesto, Bush accusò i talebani di non volergli consegnare bin Laden. Gli Usa stanziarono pure una taglia su bin Laden: 25 milioni di dollari. Nessun risultato. Allora la aumentarono a 50 milioni. Perché è noto che i pastori di capre in Afghanistan non si alzano dal letto per meno di 50 milioni di dollari. Immagino i falchi neo-con: “25 milioni di dollari, capiamo perché non ce lo hanno consegnato. Ma con 50 milioni di dollari dovremmo convincerli”. “Per 25 milioni di dollari hanno detto di no?! Chi si credono di essere, Tom Cruise?” diceva nel 2007, a teatro, un comico che chiedeva a gran voce il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan, mentre il ministro della Difesa Parisi affermava al Tg2: “Quella in Afghanistan è una missione militare per la pace in una situazione che presenta molti tratti che richiamano la guerra”. Questa frase presentava molti tratti che richiamavano la stronzata: eravamo in guerra, nonostante la nostra Costituzione lo vieti (lo siamo stati fino al 2015). 

L’Italia berlusconiana e ulivista si era accodata agli Usa, che 10 anni prima stavano con i talebani, così come erano stati con Saddam, a cui fecero guerra due anni dopo con altri pretesti (Saddam non aveva “armi di distruzione di massa”; né legami con al Qaeda, nonostante la serie Homeland, pluripremiata, nella terza stagione accreditasse questa mistificazione). (Nota: negli anni 80, gli Usa di Bush padre avevano finanziato Saddam in funzione anti-iraniana, e gli avevano fornito tutto il gas necessario per sterminare i curdi, gas che era prodotto da una società di Bush padre. A parte che, se proprio vuoi eliminare tutti i dittatori dalla faccia della Terra, perché cominciare dalla lettera S? Vai almeno in ordine alfabetico, Cristo! Mussolini invade l’Abissinia. Perché? È alfabetico. Lui lo sapeva, Bush no). “Coi talebani o contro? Gli Usa si decidano, una buona volta, o il resto del mondo penserà che D’Alema non abbia una politica estera!”, diceva a teatro quel comico. 
Diventò una guerra in cui a un certo punto i talebani, che sono pashtun, venivano accolti come liberatori dalle popolazioni pashtun a sud e a est. Con gli Usa che ammettevano di non sapere quando sarebbe finita, ipotizzando addirittura la guerra all’Iran. Bush rassicurò: “Non c’è nessun piano di attacco contro l’Iran. Lo attaccheremo senza alcun piano, come con l’Afghanistan”. (La guerra all’Iran era un’altra delle idee da dottor Stranamore promosse dal “Progetto per un nuovo secolo americano”, think tank neo-con che annoverava guerrafondai del calibro di Cheney, Rumsfeld, Wolfowitz, Libby, Perle, Bolton. Nel 2000, un loro documento, “Ricostruire le difese dell’America”, proponeva gli Usa come poliziotti del mondo per meglio garantire gli interessi Usa. Scrivevano: “Il processo di trasformazione risulterà molto lungo, se non si dovesse verificare un evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor”. Sicché i complottisti fecero due più due quando, l’anno dopo, ci fu l’11 settembre, l’evento catastrofico e catalizzante che proiettò gli Usa nelle guerre coloniali in Afghanistan e in Iraq).
(1. Continua)

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