venerdì 1 agosto 2014

No speculari


Vien voglia di accostare la stessa parola, un "no" pronunciato dalla scimmia Cesare in "Apes Revolution il pianeta delle scimmie"  a quella detta da Marcel Marceau, famoso mimo scomparso nel 2007, ne "L'ultima follia di Mel Brooks". 
Non tanto perché uguale diniego, ma per il significato intrinseco.

Un mimo che parla in un film muto è un'originalissima trovata uscita dalla fantasia di Brooks che personalmente ringrazierò in eterno per il capolavoro Frankestein Junior messo in cima alle mie personali preferenze cinefile e che accosto al no di Cesare scimmia evoluta che non vuole violenza. Dinieghi direttamente accostabili in una visione che apre all'ideale necessario all'umanità per proseguire nella strada della vita: no alla violenza detta da una specie inferiore anche se in via di progressione mediante farmaci, no che violenta un film dove non si parla, detto da uno che nella professione mai aveva vibrato prima le proprie corde vocali, al fine di evidenziare che il silenzio parlante e la voce del muto sono in sintonia per legittimare un ritorno alla conciliazione, alla rappacificazione, in un contesto odierno di morte e sciagure, di rivalità e inutili tentativi di sopraffazione che solo un "no" detto in modalità dirompente, in versione squassante, in rottura con schemi, dietrologie, intrighi, accordi camuffati da falso e spergiuro pacifismo portato avanti da chi, vedasi americani o russi, costruisce e rifornisce paesi divenuti operatori di morte, vedasi israeliani o siriani, potrà riuscire ad essere efficace e servire al bene comune. 
Il "no" di Cesare che si sta evolvendo spacca la scena, come il principe dei mimi fece anni addietro, agevolandoci a cercare dei "no" innovativi, che travolgano questo pensiero oramai inconsapevolmente in letargo grazie ai sonniferi ad hoc dei media, un sommo diniego a questa mentalità intrisa di violenza, di invidia, di concorrenza che ci sta portando verso gli ultimi gradini delle specie evolute. 
Quali mammiferi infatti antepongono interessi personali legati all'ingordigia a scapito delle naturali e vitali richieste di aiuto per la sopravvivenza di simili come noi che ci riteniamo evoluti?
Qualcuno, anche se in un film, grida un "no" a tutto questo e pur essendo un primate, pur non essendo reale, pur essendo nato dalla fantasia umana, riesce a farsi sentire da noi evoluti, innescando riflessioni sulla vita. 
Il mimo, pur in un film comico, grida il "no" mettendo sotto il faro della ragione la chiara necessità di rompere il tradizionale silenzio, di smetterla di interpretare il ruolo di muti accondiscendenti ai quali nulla non piace, nulla pare essere irricevibile. 
Rompere gli schemi, gridare la positività dentro noi stessi, attraverso una negazione di schemi e osservanze scontate è unica strada per rimettere in marcia questa fragile e minata umanità.

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