Legge del 20 giugno 1952: punisce l'apologia del fascismo con
pene da 18 mesi a 4 anni.
Non capisco perché non sia stata applicata ieri a
Roma durante i funerali del fascista e mai compianto Pino Rauti.
I nostalgici
desideravano un funerale nero? Bene, concediamoglielo, siamo in democrazia, no?
In un prato, lontano dalla civiltà e con i giornalisti tenuti debitamente
lontano.
Ed invece no.
Nel cuore di Roma migliaia di camice nere, di
braccia tese, di nostalgia per il tempo dell'odio, del razzismo, della
violenza.
Non capisco perché in quella Chiesa dove si sono svolte le
esequie, la Basilica di San Marco al Campidoglio, si celebri ogni anno una
messa in memoria di Benito Mussolini.
Come mai mi chiedo "qualcuno di
porpora vestito" che alloggia comodamente "lì vicino" non abbia
mai preso in mano la cornetta ed in falsetto gregoriano abbia cercato di
dissuadere il parroco nero, non solo nel vestito; sarà forse perchè la Roma
Nera è vicinissima alla Roma Porpora? Sarà perché le onorificenze di latta
vaticane sono appese al 60 % su toraci reazionari di conti e principi neri
della malora?
Si dirà, a palese ed inutile giustificazione: "le anime
davanti a Dio sono tutte uguali".
Benissimo: telefonerò appena mi sarà
possibile in Basilica allo 06 6795205 per prenotarne una in memoria di Joseph
Vissarionovich Stalin, non perché io lo stimi, tutt'altro, solo per vedere la
reazione del parroco reazionario!
Queste manifestazioni al di là del lutto, cercano di sdoganare,
di rendere normale, ciò che di normale e di socialmente utile non è.
Per questo
ritengo vadano sempre combattute.
Al nipote di Rauti, Manfredi Alemanno già in
difficoltà per via del padre che da sindaco di Roma sta modificando il cognome
della famiglia in AlèMagno! e che ha recentemente iniziato la propria carriera
di picchiatore nero, e che ha omaggiato il nonno con un verso dei Canti Pisani
di Ezra Pound, giungano le mie sentite condoglianze.. e nulla di più!
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