Dov’è la vittoria
DI MARCO TRAVAGLIO
Non sapendo più come squalificare la manifestazione M5S di sabato contro il riarmo dei 27 Stati Ue (soprattutto uno), per il negoziato sull’Ucraina e un’economia sociale per l’Europa, i media dominanti han ricominciato a dipingere organizzatori e manifestanti come un mix di idioti e farabutti. Idioti che inseguono l’utopia di mettere i fiori nei cannoni, pacifisti assoluti che vogliono abolire eserciti, spese militari e alleanze strategiche per difendersi da eventuali aggressori sventolando ramoscelli di ulivo. E farabutti che sotto sotto tifano per Putin e i suoi crimini. Noi abbiamo l’impressione che chi manifesterà sabato sia lontanissimo da quel fumettone, anzi l’opposto: quanto di più realista e meno utopista esista in Italia. Gente che da tre anni solidarizza col popolo ucraino per le due aggressioni subite. Quella degli oltranzisti Nato che hanno strappato a viva forza Kiev dalla sua collocazione più conveniente (scelta dagli elettori e pattuita dai governi negli anni 90 e nei primi 2000): la neutralità militare e la cooperazione economica con Russia e Ue. E quella di Putin con l’invasione del 2022.
Gente che ha sperato nella vittoria dell’Ucraina, ma si è resa ben presto conto che era impossibile: sul campo gli ucraini da due anni e mezzo non fanno che arretrare per mancanza non di armi, ma di uomini; e, se mai Mosca dovesse soccombere, un attimo prima di alzare bandiera bianca sgancerebbe l’atomica. Gente che, proprio perché sta dalla parte del popolo ucraino tradito dagli “amici” occidentali e dalle sue classi dirigenti, prega che riesca il negoziato avviato da Trump, che è sgangherato finché si vuole, ma è l’unico che abbiamo. Così l’Ucraina manterrà almeno l’80% del territorio che le è rimasto, senza le regioni russofone e russofile che in maggioranza dal 2014 non si riconoscono più nel regime di Kiev; e potrà tornare alla sua neutralità, unica vera garanzia contro future invasioni. Questo dice il realismo. L’alternativa è nota: la guerra continua, i russi continuano ad avanzare lentamente ma inesorabilmente (dei 1300 kmq invasi dagli ucraini nella regione di Kursk in agosto, ne hanno ripresi 1.220), Kiev continua a perdere uomini e terreno. Quindi gli utopisti e i farabutti sono quelli che remano contro il negoziato con piani di riarmo e truppe “volenterose”: sono loro i veri alleati di Putin (a cui conviene continuare la guerra); i finti amici degli ucraini (a cui conviene fermarla subito); e i veri nemici dell’Europa (che non è mai stata nel mirino di Putin, ma a furia di armarsi potrebbe presto finirci). I sognatori del ’68 ripetevano una frase di Che Guevara e Camus: “Siate realisti, chiedete l’impossibile”. Oggi siamo così mal ridotti che chi chiede il possibile passa per sognatore.
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