mercoledì 2 aprile 2025

Presente! Ci vediamo sabato!

 

Dov’è la vittoria
DI MARCO TRAVAGLIO
Non sapendo più come squalificare la manifestazione M5S di sabato contro il riarmo dei 27 Stati Ue (soprattutto uno), per il negoziato sull’Ucraina e un’economia sociale per l’Europa, i media dominanti han ricominciato a dipingere organizzatori e manifestanti come un mix di idioti e farabutti. Idioti che inseguono l’utopia di mettere i fiori nei cannoni, pacifisti assoluti che vogliono abolire eserciti, spese militari e alleanze strategiche per difendersi da eventuali aggressori sventolando ramoscelli di ulivo. E farabutti che sotto sotto tifano per Putin e i suoi crimini. Noi abbiamo l’impressione che chi manifesterà sabato sia lontanissimo da quel fumettone, anzi l’opposto: quanto di più realista e meno utopista esista in Italia. Gente che da tre anni solidarizza col popolo ucraino per le due aggressioni subite. Quella degli oltranzisti Nato che hanno strappato a viva forza Kiev dalla sua collocazione più conveniente (scelta dagli elettori e pattuita dai governi negli anni 90 e nei primi 2000): la neutralità militare e la cooperazione economica con Russia e Ue. E quella di Putin con l’invasione del 2022.
Gente che ha sperato nella vittoria dell’Ucraina, ma si è resa ben presto conto che era impossibile: sul campo gli ucraini da due anni e mezzo non fanno che arretrare per mancanza non di armi, ma di uomini; e, se mai Mosca dovesse soccombere, un attimo prima di alzare bandiera bianca sgancerebbe l’atomica. Gente che, proprio perché sta dalla parte del popolo ucraino tradito dagli “amici” occidentali e dalle sue classi dirigenti, prega che riesca il negoziato avviato da Trump, che è sgangherato finché si vuole, ma è l’unico che abbiamo. Così l’Ucraina manterrà almeno l’80% del territorio che le è rimasto, senza le regioni russofone e russofile che in maggioranza dal 2014 non si riconoscono più nel regime di Kiev; e potrà tornare alla sua neutralità, unica vera garanzia contro future invasioni. Questo dice il realismo. L’alternativa è nota: la guerra continua, i russi continuano ad avanzare lentamente ma inesorabilmente (dei 1300 kmq invasi dagli ucraini nella regione di Kursk in agosto, ne hanno ripresi 1.220), Kiev continua a perdere uomini e terreno. Quindi gli utopisti e i farabutti sono quelli che remano contro il negoziato con piani di riarmo e truppe “volenterose”: sono loro i veri alleati di Putin (a cui conviene continuare la guerra); i finti amici degli ucraini (a cui conviene fermarla subito); e i veri nemici dell’Europa (che non è mai stata nel mirino di Putin, ma a furia di armarsi potrebbe presto finirci). I sognatori del ’68 ripetevano una frase di Che Guevara e Camus: “Siate realisti, chiedete l’impossibile”. Oggi siamo così mal ridotti che chi chiede il possibile passa per sognatore.

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