Il razzismo dei riarmisti contro la piazza 5stele
DI DANIELA RANIERI
La distanza igienica mantenuta dai giornali padronali fino a un secondo prima dell’inizio della manifestazione di sabato convocata (e interamente pagata) dal M5S di Conte non è bastata. L’orribile popolo che ancora pensa di contare qualcosa si è presentato in massa al corteo per dire no all’ipotesi della terza guerra mondiale, che tanto ha ringalluzzito il blocco borghese italiano negli ultimi tre anni, e sì all’uso dei miliardi per la Sanità e lo Stato sociale. Che volgarità.
Fino a poco prima della diretta, la home page di Repubblica.it ospitava notizie sulla sciatrice infortunata, i femminicidi, i dazi, ma niente sulla manifestazione: forse perché giusto 20 giorni prima aveva organizzato a sua volta una manifestazione, però per “sostenere l’Europa”, cioè in definitiva per appoggiare il riarmo deciso dalla ex ministra della Difesa tedesca e disgraziatamente presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen (Michele Serra, ideatore della manifestazione, ha dovuto precisare in articoli successivi che la piazza era per un’Europa di pace: vallo a spiegare ai fanatici russofobi, atlantisti-dem e riarmisti che si sono precipitati ad aderire), titolando i vari speciali con sobria enfasi: “L’onda blu dei 50 mila”. E se quella era un’onda, una piazza col doppio delle persone è un maremoto, quindi meglio far finta di niente.
Un riferimento alla piazza di Conte, invero, c’era, anche durante il corteo: una newsletter, evidentemente poco letta, che invitava a disertare la manifestazione perché frequentata da gente poco raccomandabile e fondamentalmente putiniana. Il giorno stesso Stefano Folli su Rep avvertiva: la Lega è “il secondo partito più esplicito nella sua simpatia verso Putin: il primo, come è noto, è il M5S che oggi scende in piazza”. Va da sé coloro che hanno risposto all’invito di Conte intervenendo sul palco (o in collegamento) tifano perché Putin ci invada: Barbara Spinelli, Alex Zanotelli, Tomaso Montanari, Alessandro Barbero (il quale ha segnalato le analogie tra i sonnambuli del 1914 e quelli di oggi): tutti portavoce del Cremlino.
Sono 3 anni che ci imbottiscono di propaganda bellica, sponsorizzando deliranti no fly zone, favoleggiando su missili russi (in realtà ucraini) caduti in Polonia e su gasdotti russi sabotati dai russi (in realtà dall’intelligence ucraina con l’aiuto della Cia) e assimilando i nazisti ucraini dell’Azov ai nostri partigiani. Ma stavolta i media mainstream non sono riusciti a nascondere il ribrezzo antropologico che nutrono non solo per le ragioni del popolo che hanno cercato invano di intortare, ma per il popolo tout court. Rep.it ha ossessivamente riproposto il basilare video “C’è pure Rita De Crescenzo, la tiktoker del caso Roccaraso”. Trattasi della signora napoletana che aveva richiamato sulla montagna abruzzese una torma di follower con pranzo al sacco e abiti non griffati. Praticamente l’Anticristo per il giornale degli ex progressisti, che al fenomeno della influencer (che peraltro riesce a mobilitare più persone di tutto il vippume messo insieme da Repubblica) ha dedicato paginoni pseudo-sociologici tra la presa in giro e il trattato lombrosiano. Come resistere alla tentazione di usare una tiktoker poco scolarizzata per screditare la piazza stessa?
Pareva quasi che Conte l’avesse invitata a parlare sul palco, o che la gente l’avesse portata in piazza lei come l’ha portata a Roccaraso. Si può essere più in malafede di così? Hai voglia. Il Corriere di ieri, oltre a un livido pezzo di Roncone (“‘Ma quella non è la Taverna?’. Sì, è lei”; non è stata sufficientemente bastonata a suo tempo in quanto borgatara), ospita la notizia che la tiktoker vuole fare la ministra del Turismo, come se la Santanchè fosse meglio di Rita De Crescenzo, peraltro; inoltre dà conto della presenza fondamentale in piazza di “Simone Ruzzi, alias Cicalone, 51 anni, ex pugile. Il suo canale YouTube, Scuola di botte, conta oltre 800 mila iscritti”. Ergo, se non ti piacciono i cingolati, ti piace Cicalone. Tra i manifestanti contro il riarmo, sabato, c’era anche il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, ma i due giornali borghesi preferiscono bucare la notizia che rinunciare al loro razzismo classista (e poi Rep aveva Roberto Vecchioni, vuoi mettere). L’unica presenza decente, assente Calenda che avrebbe alzato un po’ l’Isee medio, era la delegazione del Pd, presente in entrambe le piazze; a conferma dell’ambiguità paracula del Pd, che in Europa vota No all’emendamento a favore del riarmo da 800 miliardi disposto dalla von der Leyen e Sì al voto finale sulla “Relazione annuale sulla politica di Sicurezza e Difesa”; come dire, con le debite proporzioni: sono contrario allo sterminio degli ebrei progettato da Hitler, ma condivido appieno il Mein Kampf. Comprensibile che i media borghesi oscurino il fallimento del Pd e il successo di Conte nel rappresentare il popolo pacifista. Tre giorni prima, il 2 aprile, Gentiloni incontrava l’ambasciatore di Israele.
Nessun commento:
Posta un commento