L’amaca
Quelli che devono scaricare il furgone
DI MICHELE SERRA
Il luogo comune è un delitto.
Ma a volte è una tentazione irresistibile. Per esempio quando il presidente uscente (e purtroppo, secondo i sondaggi, rientrante) della Lombardia, Fontana, inorridito dalla proposta del limite dei 30 all’ora nelle città, dice che “le auto devono poter andare forte altrimenti si ferma il lavoro”, si materializza un’idea del lombardo che pare uscita direttamente dal repertorio dei luoghi comuni. Uno disposto anche a investire una scolaresca perché deve scaricare il furgone.
Naturalmente sappiamo bene che, siccome i lombardi hanno anche buon cuore, Fontana non intende sacrificare le scolaresche al fatturato. Ho fatto ricorso a un’iperbole, categoria che a Fontana non è familiare, dunque traduco: un’esagerazione. Però, almeno un poco, la frase “le auto devono poter andare forte altrimenti si ferma il lavoro”, a quell’iperbole fa capo. Così come, nelle macchiette regionali, il napoletano è superstizioso, la bolognese disponibile, il genovese tirchio, il romano sboccato, ecco il lombardo che inveisce contro chiunque gli impedisce di immolarsi per il “laurà” (il lavorare), e figuratevi dunque come può sopportare la sola ipotesi che rallentare faccia bene alla salute: perfino alla sua.
Quelli che devono scaricare il furgone sono — intendiamoci — il sale della terra. Io ho alle spalle una intera vita milanese, e dunque li amo anche quando scendono dal furgone, incazzati neri, giustificando il parcheggio in terza fila perché “io devo lavorare”. Mi piacerebbe riuscire a spiegargli che sto lavorando pure io. Ma è difficile. Per questo la Lombardia è governata, dai tempi di don Rodrigo, dalla destra: perché non sono mai riuscito a spiegargli che sto lavorando anche io, anche senza furgone.
Il luogo comune è un delitto.
Ma a volte è una tentazione irresistibile. Per esempio quando il presidente uscente (e purtroppo, secondo i sondaggi, rientrante) della Lombardia, Fontana, inorridito dalla proposta del limite dei 30 all’ora nelle città, dice che “le auto devono poter andare forte altrimenti si ferma il lavoro”, si materializza un’idea del lombardo che pare uscita direttamente dal repertorio dei luoghi comuni. Uno disposto anche a investire una scolaresca perché deve scaricare il furgone.
Naturalmente sappiamo bene che, siccome i lombardi hanno anche buon cuore, Fontana non intende sacrificare le scolaresche al fatturato. Ho fatto ricorso a un’iperbole, categoria che a Fontana non è familiare, dunque traduco: un’esagerazione. Però, almeno un poco, la frase “le auto devono poter andare forte altrimenti si ferma il lavoro”, a quell’iperbole fa capo. Così come, nelle macchiette regionali, il napoletano è superstizioso, la bolognese disponibile, il genovese tirchio, il romano sboccato, ecco il lombardo che inveisce contro chiunque gli impedisce di immolarsi per il “laurà” (il lavorare), e figuratevi dunque come può sopportare la sola ipotesi che rallentare faccia bene alla salute: perfino alla sua.
Quelli che devono scaricare il furgone sono — intendiamoci — il sale della terra. Io ho alle spalle una intera vita milanese, e dunque li amo anche quando scendono dal furgone, incazzati neri, giustificando il parcheggio in terza fila perché “io devo lavorare”. Mi piacerebbe riuscire a spiegargli che sto lavorando pure io. Ma è difficile. Per questo la Lombardia è governata, dai tempi di don Rodrigo, dalla destra: perché non sono mai riuscito a spiegargli che sto lavorando anche io, anche senza furgone.
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