domenica 19 agosto 2018

Povero Eugenio!


Eugenio Scalfari su Repubblica

"Non sono mancate nella nostra storia nomi di persone, di correnti culturali, ed anche di interessi generali del Paese in qualche modo perseguiti e realizzati.
Fummo i primi ad aprire la storia della poesia con il “ dolce stil novo”, lanciato da Guinizzelli e da Cavalcanti e proseguito a suo modo da Dante che poi fece ben altro, sempre in fuga da Firenze dove non tornò mai più. E poi, nella poesia, nella letteratura, nelle arti e nella narrativa romanzesca, Petrarca, Boccaccio e poi Ariosto e Tasso, Machiavelli, Guicciardini, Vivaldi nella musica, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Monti, Alfieri, Leopardi, Verga, Rossini, Verdi, Puccini, Pascoli, Carducci, Foscolo, Manzoni, D’Annunzio e infine Calvino, Ungaretti e Montale.
Un Paese ricco di nomi, di grandi personalità artistiche nei secoli dei secoli. Ma non sono mancate neppure personalità importanti nell’economia e nella vita pubblica. Ne nominerò solo alcuni che hanno contribuito alla formazione nazionale: Mazzini, Cavour e Garibaldi ma se pensiamo ai contemporanei dobbiamo ricordare Romano Prodi, Walter Veltroni, Guido Carli, Carlo Azeglio Ciampi, Raffaele Mattioli, Mario Draghi.
Il nostro dunque è stato un Paese che ha trovato molto tardi l’unità geopolitica, ma che ha dato al mondo intero cultura, arte, e capacità di governo e di economia.
L’aspetto stupefacente di tutta questa storia che fa parte integrante non solo dell’Italia ma dell’Europa e in certi casi del mondo intero, è questa: noi nell’Europa d’oggi non contiamo assolutamente niente. Contano la Francia, la Germania, la Spagna, il Portogallo, l’Olanda, la Danimarca, gli scandinavi, i finnici, i balcanici.
L’Italia rappresentata in Europa da Matteo Salvini ( ministro dell’Interno) e da Luigi Di Maio ( ministro del Lavoro), non conta assolutamente niente. Salvini è alleato di Marine Le Pen e legatissimo a Putin. Quanto a Di Maio, il suo populismo non ha riscontro politico. In Europa esiste e si divide tra il populismo totalitario e quello democratico. Il totalitario fa massa con il razzismo di Salvini, quello popolare vorrebbe la democrazia europea di carattere federale e non soltanto confederata. Di Maio non rappresenta né l’una né l’altra di queste due correnti populiste.
La conclusione è piuttosto triste: l’Italia in Europa c’è ma conta zero. Facciamoci tornare un po’ di buon umore elencando, come abbiamo fatto, poeti, scrittori, romanzieri, musicisti, e perfino banchieri e uomini di governo. C’è di che stare allegri scordandoci che in Europa il Lussemburgo è più importante di noi."


La canizie fa dimenticare ad Eugenio che sia Di Maio che Salvini sono al potere da 70 giorni. E' vero che in Europa non contiamo una beata minchia, forse però dovrebbe far mente locale, ammesso che lo possa fare, ricordandosi delle imprese del Delinquente Naturale, con conseguenti sberleffi franco-tedeschi, e le smargiassate del Bomba, un pupazzetto accarezzato sulla testa con simpatia dalle altre nazioni europee. Ma Eugenio questo ormai non lo sa più!

Nessun commento:

Posta un commento