mercoledì 4 giugno 2025

L'Amaca

 

Nel Paese dei balocchi
di MICHELE SERRA
Mezza Europa discute sul porno, o meglio sull’accesso facile dei minori a una rappresentazione del sesso “tutto in una volta”, perversioni e sottomissioni comprese, nell’età nella quale il “tutto in una volta” non può che fare del male, cancellare i percorsi di apprendimento, illudere che tutto sia a portata di mano anche quando, nella realtà, in mezzo alle altre persone, non lo è affatto.
La sostituzione dell’esperienza materiale con l’overdose virtuale non è un problema solo dei minori, visto che fior di maggiorenni inebetiscono online piuttosto che vivere per davvero. Ma nel caso in questione impressiona assai l’idea che il confronto con il corpo e i sentimenti degli altri, che è una delle cose più appassionanti ma anche più ardue e delicate della vita umana, venga sostituito da un’orgia di immagini bene scaffalate, come ogni altra merce, nell’ipermercato permanente del quale siamo i reclusi consenzienti. Così che basta un clic per accedere a situazioni e a condizioni psicologiche alle quali una ragazzina e un ragazzino non possono essere pronti, e non lo dico per moralismo, ma perché un percorso è un percorso e non potrà mai essere rimpiazzato da un clic.
C’è una mollezza micidiale, nel “tutto a portata di mano”, che espone, alla prima delusione, al primo “no”, al primo rifiuto, a uno sgomento mortale, magari scatenando violenza o autolesionismo. Tutto gratis, tutto facile, ma no: tutto ha un costo e tutto è difficile. Bisognerebbe pagare non solo per il porno, ma per ogni singolo clic, così che sia nuovamente chiaro, a noi umani, che niente è regalato a nessuno, se non nel Paese dei Balocchi nel quale, come è noto, si diventa ciuchi.

Nessun commento:

Posta un commento