Rogitare il mondo
DI MICHELE SERRA
Sul sito online di un’agenzia immobiliare, nel quale si cercano e si trovano trilocali con vista mare, prestigiosi attici, villette a schiera a soli venti minuti dal centro e “soluzioni abitative” (è come gli immobiliaristi chiamano le case) per tutti i gusti, trovo questo titolo: “Dove si trova la Groenlandia e perché Trump vuole acquistarla”. La questione, nel testo sottostante, viene affrontata con lucida valutazione dei grandi vantaggi che quel caratteristico sito di qualche miliardo di ettari offrirebbe al suo eventuale acquirente. Mi sono quasi rasserenato: in fondo anche la Groenlandia, così come il pianeta intero, è solo una “soluzione abitativa” particolarmente spaziosa (e, in estate, molto luminosa), e se fin qui lo era solamente per i suoi circa sessantamila abitanti, quasi tutti inuit, perché escludere che possa trovare un nuovo assetto catastale e un nuovo proprietario? Allo stesso modo, un bel po’ di anni fa, si sarebbe potuta affrontare la questione polacca: “Dove si trova la Polonia e perché Hitler se la vuole annettere”. In fin dei conti l’intero pianeta, isole comprese e Amazzonia inclusa, è solo un insieme di terreni edificabili, o agricoli, o a destinazione da stabilire; è una somma di mappali, un bene disponibile per chi ha abbastanza quattrini per acquistare e mettere a profitto i suoi beni.
La guerra è solo un metodo spiccio per evitare i costi notarili per il rogito, e tutte le seccature burocratiche annesse.
In fondo siamo fortunati: siccome Trump è un immobiliarista, possiamo sperare che comperi il mondo, con regolare rogito, piuttosto che conquistarlo con le armi.
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