martedì 29 agosto 2017

Fobie acquirenti


Capsula o cialda? 
Se hai la macchina del caffè per cialde devi comprare cialde e non viceversa. E se invece compri le capsule e a te servono le cialde, e lo sai perché hai l'apparecchio per le cialde, che te ne fai di due confezioni di capsule, 18 deka e 18 espresso rigorosamente aperte e quindi non più sostituibili?
Giacciono sul tavolo trentasei capsule richiuse nel loro involucro, stanno lì davanti a me, a ricordarti quanto sia irta e a tratti insormontabile la strada verso una normalità chimera. Le guardi disilluso, rammaricato, consapevole che far la spesa sia per te un aggravio psicofisico oramai insostenibile, visto che la dabbenaggine regna sovrana in cervice. C'era scritto diamine, era evidente che fossero capsule e non cialde. E tu, passando con lo snobismo tipico della Ferragni, agguanti ogni cosa senza controllo, senza ritegno, perché gli occhiali non te li puoi più scordare, miseria cane, e il fatto di convincerti che puoi far tutto ancora senza il loro supporto, te lo devi dimenticare. 
Il supermercato non è il luna park immaginato da bimbo, dove tutto luccica e può essere acquistato; non la carbonella se non hai da far la brace, neppure il gelato se non ti precipiti a casa entro un quarto d’ora, evitando di replicare quella scena pietosa in cui quando acquistasti una confezione di sei coni al cioccolato, confidando nella busta termica, andasti a cercare camice per poi, al ritorno, trovarti uno squagliamento generale tipico degli alfaniani in preda al timore di non poter ritornare ad arraffare nella prossima legislatura, una distesa di attrezzi per riproduzione di ottuagenari piangenti e maledicenti il destino che li aveva riposti nel tuo carrello.   
Quando entri in un centro commerciale devi partire da un presupposto: cercheranno di appiopparti più cianfrusaglie possibili! 
Devi perciò silenziare la parte becera di te, un bisonte incarognito, che ad ogni sosta di fronte ad un articolo trova e propone la scusante per acquistarlo. Ti fermi davanti al reparto campeggio? "Bella quella tenda, perché non la compri? Si, è vero siamo a dicembre! Ma se per caso decideste di partire improvvisamente per un viaggio nella terra del fuoco? Ti troveresti spiazzato! Quindi comprala!"

Una sveglia? 
"Bellissima questa sveglia! Si, ne hai già una mezza dozzina. Ma in bagno neppure una! E se durante la notte t’assediasse una diarrea sconquassante tale da farti sostare ore sulla tazza e, addormentandoti, non sentissi il suono delle altre? Perciò comprala!"

Ma il nocciolo è un altro: l’incuria negli acquisti. Per te la velocità con cui passare davanti ai reparti è quella tipica di Vettel quando rientra ai box! T’assale una spasmodica ossessione di far presto, un po’perché entri dentro al locale con la stessa voglia di far minzione di un avventore dell’Oktoberfest dopo essersi scolato quattro mega boccali, e questo genera la fretta più di ogni altra cosa. In più arrivi quando il centro sta per chiudere e questo scatena una colossale ansia da rimanervi chiuso dentro, amplificata dai messaggi che invitano tutti a dirigersi alle casse. Un errore pacchiano questo! Se vi sommiamo poi la fobia di dimenticarti qualcosa del progetto di spesa, sempre mnemonico mai scritto su carta ed infine, la distrazione da ragazzino in piena esplosione sensoriale, per cui tutti i panettoncini ondulanti davanti al carrello ti sviano più che il tunnel alla Gelmini, credo che la frittata sia pronta e ben fatta!
Goditi perciò le trentasei capsule e cogita sulla frenesia e le ancestrali fobie!     

(Però in effetti una tenda da campeggio con la sveglia annessa, non è mica male sai?) 

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