Per una volta l’ha saputo prima
di MICHELE SERRA
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha annunciato di essere sotto indagine per corruzione. La notizia l’ha data lui, e questo significa che Occhiuto ha saputo di essere sotto indagine direttamente da chi lo indaga, e non dai giornali. Viene da dire: questa sì che è una notizia, e per giunta una buona notizia. Non che un presidente di Regione sia indagato; ma che l’indagato venga a saperlo per primo, in quanto diretto interessato.
Non credo esistano statistiche attendibili, in materia, ma la percezione, ormai da decenni, è che molti se non moltissimi tra i politici indagati lo abbiano saputo dai media. Poiché anche i politici sono cittadini, ognuno di noi si domandi, come cittadino, e aggiungo come essere umano, se consideri suo diritto essere informato di essere sotto indagine dalla magistratura oppure debba rassegnarsi al fatto che, prima di lui, lo sapranno altri. Io non ho dubbi. Ma penso nessuno li abbia: il primo a saperlo deve essere l’interessato.
Segue, subito dopo, il resto, con il dovuto e giusto rilievo mediatico che comporta, inevitabilmente, avere o non avere una visibilità pubblica.
Si conosce, e si capisce, la promiscuità inevitabile, perfino giustificabile, tra inquirenti e giornalisti. Si può dire che, sia pure con ruoli ben diversi, fanno lo stesso mestiere: si chiama “inchiesta” sia quella giudiziaria, sia quella giornalistica. Ma è veramente uno scandalo che la permeabilità di certe Procure abbia consentito, quasi come regola, che l’avviso di garanzia arrivi all’indagato (dunque al garantito) quando l’ha già saputo dai giornali.
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